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CARTEGGIO

XXII

A Francesco II Gonzaga.

Serenissimo mio signore,

come prima l’illustrissimo signor Cardinal Gonzaga fu giunto in Roma, fui a farli riverenza e con esso lui rinovai la servitú, che con il serenissimo signor Duca suo padre di gloriosissima memoria feci dieci anni sono, quando io fui governatore di Coinacehio. È poi accaduto che, facendo io qui in Vinegia stampare alcune mie fatiche, io non ho ardito supplicar Vostra Altezza del privilegio di esse, del quale ho somma necessitá, ma son ricorso alla molta liberalitá dell’illustrissimo signor Cardinale, il quale mi ha fatto sapere che io ne supplichi, come umilissimamente faccio, Vostra Altezza, ché in lei verso me troverò quella stessa buona volontá, che mi ha mostrata Sua Signoria illustrissima. Il libro che ora si stampa contiene materie politiche e morali, ma però dette con tal piacevolezza e sotto la scorza di tali finzioni che, se io non sono ingannato dagli amorevoli vertuosi a’ quali l’ho mostrate, cosi fattamente spero di aver unito il serio col piacevole, l’utile col dolce, che il libro sará di tanto spaccio, che il privilegio che desidero mi apporterá molta utilitá. Dio Nostro Signore prosperi lungo tempo la persona di Vostra Altezza, alla quale faccio umilissima riverenza.

Da Venezia, li 5 ottobre 1612.

Di Vostra Altezza serenissima umilissimo e obbligatissimo servitore Traiano Boccalini.