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CARTEGGIO

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Padre, che turbi il cielo e rassereni come a te piace il turbido, che mostri sparger sopra i regai gallici chiostri sgombri quella pietá che teco tieni.

i gran spazi del ciel del tutto pieni son di grandine accolta a’ danni nostri e l’aquile han temprato i duri rostri per tingerli nel cor de’ nostri seni.

Crudei, rapaci ed affamati augelli, lunge stia dalla Francia il vostro volo: son in Africa deserta i vostri onori.

Angioli santi in ben forniti ostelli che la Francia guardate, a stuolo a stuolo a voi crescan le palme, a voi gli allori.

E quando loro si ridano di quello che diciamo, dite che lóro) è quel riso sardonico del quale hanno parlato l’antiche scritture, [quasi profetizzando che i politici spagnuoli avessero da] finger di pianger i guai altrui e ridersi da dovero de’ proprii: tutte quinte essenzie cavate da’ politici alchimisti dall’ipocrisia e dal poco cervello delli uomini ambiziosi.

Ma, parlando del modo che si deve tenere per vincere il Turco, diciamo che non consiste in spogliar Castel Sant’Angelo del tesoro, come vorrebbono i Spagnuoli, ma che la prima arma è correggere e riformar noi stessi, non dico di quelle riforme che vidi far in Roma da un cardinale dopo la morte di papa Nicola, il quale, per la caritá che avea di pagare alcuni suoi debiti, che lo rodevano il giorno con l’interessi e la notte con l’usure, vendè li argenti: e pur si vedevano nei piatti di terra le vivande piú laute e i capponi piú grassi che mai; né meno di quell’altre riforme, che tutto di arzigogolava l’Arcivescovo di Monreale, che cominciavano in riformar frati e fornivano in corregger monache; ma parlo di quella riforma che è tanto famigliare tra’ Turchi, che con essa hanno diffamato noi nel modo che si vede: questa altro non è che pigliar l’armi, che abbiamo gettato nei cantoni, e fabricar nelle cittá altretante scole per imparar la nostra gioventú