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CARTEGGIO

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il tutto era seguito senza suo ordine, e a coloro a’ quali non si poteva gettar [rena| negli occhi dicendo a lettere di scatola, che in stimma fortuna íd aequius quod validius; unde est che la Germania, che a nostre spese ha imparato a conoscere che i Spagnuoli sono balestre forlane, che tirano ad amici e inimici, non si lassa in questa presente guerra d’Ungaria tanto abbagliar l’intelletto del bene presente delle vittorie di casa d’Austria contra il Turco, che con l’occhialon politico della longa vista, che si è posto al naso, non prevegga il male futuro del giogo, che dalla medesima famiglia potesse esser posto loro sul collo; e di qui è ch’ella, invece di scacciar il Turco da’ suoi confini, alza le mani al cielo e si rallegra, che ristessi nemici loro spiantino dalle lor case la famiglia d’Austria, alla quale per non obedire, si sono ribellati sotto l’insegne [veramente infami] di Lutero, di Calvino e tanti altri inventori di nòve sette e bruttissimi errori, e godono che il Turco faccia le vendette delle prigionie de’ duchi di Sassonia, de’ Landgravi d’Assia, o di quelle famosissime vittorie di Carlo V in Germania, quarum fructus furono le molte fatiche passate e i pochi avanzi presenti.

Ma il summum malorum est che noi peliamo i chierici e scortichiamo i laici per liberare da’ travagli la famiglia d’Austria, dalla quale il minor danno, che abbiamo ricevuto e siamo per temer di ricevere nella vita, nella robba e nella reputazione, è stato il sacco di Roma di recolenda memoria. E nel vero, che mi pare strana e miserabile la nostra condizione, poiché ne consumiamo in difendere gli Stati di quella famiglia che, non curando l’incendio della casa propria, invece di averne obbligo, che ci scortichiamo in portarvi dell’acqua per ismorzarlo, con occupare li Stati di Francia fabrica le catene per noi. Voglio inferire in mio linguaggio — [che non è però tanto barbaro che non s’intenda] — che noi nella presente guerra di Ungaria perderemo danari, uomini e riputazione, che sono il patrimonio d’ogni prencipe, senza speranza di altro frutto, che di farne ammazzar da’ nostri nemici per far grandi quei che ci vogliono male. Ma mi dirá Vostra Si