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SCRITTI MINORI

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valli con arzini, casselle e altri ingegni, perciò che grande è il declivio e la caduta delle valli al mare.

Stante dunque questa evidentissima veritá, si vede ancora che si scolarebbono Tacque del Bolognese, Ferrarese e altri luoghi inondati, se negli arzini del Po verso il Polesine di S. Giorgio e le valli di Comacchio si facessero due e piú chiaviche, secondo che sará stimato necessario, le quali abbino le loro porte o saracinesche, con le quali possino aprirsi e chiudersi secondo che sará stimato necessario, come dirò poi. Queste chiaviche, o alcuna di esse, dovrá aprirsi nel mese di maggio, quando le acque delle valli di Comacchio non solo non ricevono piú acqua dal mare, ma furiosamente scolano in esso, come si vede che fanno sempre in tal tempo, e dovranno esse chiaviche tenersi aperte per tutto il mese d’agosto; presupposto di far prima i condotti per menar le acque dolci nelle valli di Comacchio in obbedienza, a fine che non inondino il territorio per dove passeranno, [avvertendo che sempre s’intende che Tacque, che si vogliono dare alle valli di Comacchio, siano chiare e che i fiumi di Santerno, Senio, Sillaro, Idice e altri siano fatti chiarificare nelle valli d’acqua dolce, come il Padre Gesuita ha ordinato ultimamente, perciò che, quando Tacque dei fiumi che ho nominati e altri sboccassero torbide nelle valli di Comacchio, in breve tempo Tamonirebbero e diventarebbero terra ferma, con grave danno non solo della pesca delle valli di Comacchio, ma anco del Polesine di S. Giorgio]. Correndo queste acque per le chiaviche che ho detto tutti i mesi dell’estate, non ha dubbio alcuno che scoleranno tutte le valli del Bolognese, di Argenta e altri luoghi fino a’ fondi loro, e le acque che sopraveniranno il verno, nel tempo che esse chiaviche saranno serrate, non empieranno altro che solo i fondi delle valli, senza alzarsi ad inondare i territori allagati, [perciò che deve sapersi che il Senio e il Santerno e gli altri infiniti fiumi che dal Bolognese, Imolese, Roinagnuola e altri luoghi portano Tacque nelle valli d’acqua dolce d’Argenta, Marrara, Marmorta e altre, sono torrenti, non fiumi, come quelli che