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SCRITTI MINORI

la metá de’ suoi vescovi simili al cardinale Roffense di vita. Quell’uomo sceleratissimo sarebbe proceduto con piú circospezione a far cosi enorme azione, poiché lo Stato non era si picciolo, che avesse potuto far quella azione senza pericolo: e se pur avesse voluto farla, non gli sarebbe riuscita cosi agevole: e, trovandola difficultosa, forse che non l’avrebbe pur tentata; oltre di ciò, ove sono feudatari uomini grandi, il prencipe odiato e i popoli e baroni disgustati, perché, cominciando l’eresia con l’aiuto di un barone, che non possa súbito esser preso, si fa grandissimo fuoco e incendio, come fu in Fiandra, aiutata da’ prencipi di Oranges, in Francia dalli re di Navarra; e ciò facilmente può seguire, ove è il popolo numeroso e povero, perché la povertá è pietosa per sua natura, e tosto altri la rivolge ove vuole, ed ella tutte le cose tenta, non avendo che perdere; e questo facilmente accade ne’ Stati ove non risiede la persona del re, come in Fiandra.

Iacomo. — Adunque sarebbe stato ottimo remedio, che vi andasse.

Traiano. — Fu stimato anco, perché egli con la maestá della sua presenza avrebbe ammorzato quel fuoco, che il volerlo spegnere con l’armi l’ha fatto forse maggiore.

Iacomo. — Il Turco non ha egli giá Stati disuniti, né baroni, eppur si sono vedute in quel Stato molte eresie accese e oggi vi dura quella del Persiano.

Traiano.— Ismael fu di sangue regio, anzi egli fa professione di esser discendente di quel gran Tamburlano tanto odiato da’ Turchi; al padre di costui fu occupato lo Stato dal gran signore de’ Turchi ; costui, o fu trascurato, o non trovato da lui, onde, fattosi atto a maneggiar l’armi, con il nome di sangue nobile, aiutato da alcuni che avevano fama di uomini religiosi, suscitò eresia con tal felicitá, che, non potendo esser oppresso in un súbito allora che fu assaltato, potè far resistenza, e alcuna volta vincere, e si fece signore di un grandissimo imperio. L’altre poi, che si sono udite nell’Affrica, nel lor principio sono state oppresse.