Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/305

II

Dialogo sopra VInterim fatto da Carlo V.

Traiano. — Sarebbe egli possibile, signor Iacomo mio, che io, con il favor di Vostra Signoria, dicessi due parole al signor Cardinale?

Iacomo. — Farò che gli parliate questa sera in ogni modo, ma per ora bisogna aver pazienza, trovandosi dentro l’eccellenza del signor Giovan Francesco Aldobrandini.

Traiano. — Aspettarò quanto fará bisogno, poiché mi parrá aver ben spesa tutta questa giornata di oggi, se io parlerò al signor Cardinale.

Iacomo. — Signor Boccalino, poiché qua noi aspettaremo almeno una buona ora per far questo servigio, fatemi grazia di attenermi la promessa, che mi faceste l’altro giorno, di voler raccontarmi la cagione per la quale si mosse l’imperador Carlo V a conceder l ’Interim, cioè la libertá di conscienza a’ Germani protestanti.

Traiano. — Son contento, ma acciò alcuno non ne disturbi, ritiriamoci qua in questo canto e sediamo.

Iacomo. — Cosi facciamo.

Traiano. — Signor Iacomo mio, dovete prima sapere, che, cadendo l’imperio greco, il quale in molte turbulenzie deda Sedia Apostolica li avea dato grandissimo aiuto e alcune volte ricovrata e ritolta dalle mani de’ barbari la sua Roma, occupatagli da gente barbara, il Papa, per vedersi inferior di forze temporali ad alcuni prencipi cristiani e infedeli, per assicurar lo Stato suo temporale, si risolse di trasportar Firn