Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/300

SCRITTI MINORI

295

per meriti e per forze proprie ha la precedenza con lui e con gli altri re cristiani, che potrá creder l’Italia di se stessa in questa pubblica e notoria aviditá di dominare e di suppeditar la terra tutta? Che potrá aspettar da costui, che possedè in essa la maggiore e la piú florida parte di lei ? Pensará ch’egli non pensi di volerla unir tutta sotto di lui e crederá di non esser compresa nella descrizione della sua monarchia? Questo presupposito, questo timore, questo pericolo certamente non può non confessarsi : e massimamente che non è persona ormai, che quasi da grossissima piena non si senta rapire e precipitarsi nella vastitá della tirannide spagnuola. La commoditá, l’utile e la riputazione sono potentissimi incitamenti ad ogni acquisto, e lá dove non siamo chiamati da legittima pretensione e che con la mira nondimeno di qualcuno di questi fini tentiamo di condurvisi, è necessario d’incamminarvisi col mezzo o della fraude o della violenza, e talora con l’una e con l’altra, secondo l’opportunitá delle occasioni e la sagacitá de’ ministri.

Il re di Spagna, appresso quello ch’egli possedè in Italia per ereditá, non è dubbio che commodo, utile e onorevole gli sarebbe l’impossessarsi del rimanente ancora; ma perché non ha ragione alcuna per ricoprire il desiderio e la brama che ne ha, facendo dell’ambizione necessitá a se stesso, confidato nella potenza e negli inganni, spera e crede facilmente e forse sta in procinto di soggiogarci tutti e di formar trofei alla sua gloria della stolida prudenza e della sciocca irresoluzione de’ nostri prencipi.

Due potenze sono oggidí in Italia, la spirituale e la temporale, contra le quali, perché per avventura conosce egli che una scoperta violenza sarebbe altrettanto vana quanto irragionevole, s’è servito e si serve maravigliosamente della fraude e delle insidie, non solo per abbatterle, ma per insignorirsene affatto. Nella spirituale non è ormai persona che non discorra e non confessi, che il re di Spagna si ha di maniera avvantaggiato, ch’egli possa ormai fare Papi e che perciò la corte di Roma dipenda per la maggior parte dalla autoritá sua.