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dell’augustissima corte romana, la quale essendo liberissima da ogni passione, meritavano i suoi testimoni maggior fede di quelli che avea prodotti Giasone, da’ quali tutto Parnaso chiaramente averebbe conosciuto li Spagnoli di mansuetudine, di circonspezione, di liberalitá, di bontá d’animo, di caritá e di affabilitá nel governare i popoli ad essi soggetti superar tutte l’altre nazioni che hanno dominio sopra le genti. Rise a queste parole Giasone e disse: — Cotesti vostri testimoni, signor mio, servono di vento, perché ancor io confesso che voi Spagnoli nei complimenti di belle riverenze, di baciamani, di sberrettate e di tutti i tratti delle piú accapate creanze con gli amici vostri siete i piú compiti e amorosi cavalieri dell’universo; ma chi vuol fare esatto giudizio di che colore sia il dominio vostro e di tutte le nazioni straniere fa bisogno che le abbia assaggiate come padroni, non praticate come amici.