Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/278

cani che dormivano, perché avevano giusta cagione di dubitare di esser nel maggior fervore della guerra venduti dall’Austriaci con una nera pace avvantaggiata che avessero fatta con il Turco, molto avvantaggiata per essi, avendone escluso i Polacchi ; e per non parer di dir di cose fuor di proposito, adducevano l’esempio infelicissimo de’ Fiorentini, primi amici e veri fratelli giurati dei Francesi; e pure dal re Francesco, ancorché prencipe della magnanimitá e delle azioni eroiche, per aver i figliuoli che si trovavano ostaggi in Spagna, furono esclusi dalla pace ch’egli fece con Carlo V imperatore, mercé che la caritá di riaver i suoi figliuoli e l’amor delle cose proprie toglie la memoria ad ogni virtuoso prencipe degli interessi degli altri, ancorché amici benemeriti; onde i miseri Fiorentini furono poi cosi crudelmente bastonati dalli Spagnoli, arrabbiati contro quella republica che aveva ostinatissimamente seguitata sempre l’amicizia de’ Francesi. Quanto agli acquisti che si proponevano loro della Podolia, Moravia e Valacchia, facevano sapere che essi erano ranocchie viziose, che conoscevano l’amo che si ascondeva sotto quel boccone, e che era lpro purtroppo noto che la casa d’Austria non era innamorata della grandezza de’ Polacchi ; e in ultimo dissero che Massimiliano era vivo, che le pretensioni dei regni non si abbandonano né si scordano mai, e che Sigismondo Battori, giá prencipe di Transilvania, serviva loro (come doveva servire ad ognuno) per rarissimo esempio di quanto importi far leghe coiuro un potentissimo nemico con un altro prencipe, che ha pretensione nei proprii Stati ; e che, essendo le leghe fatte con santissime parole e con diaboliche dislealtá di fatti, erano risoluti di preporre la pace sicura alla guerra dubbiosa e di non voler piú collegarsi con i nemici per far guerra ai pochi amorevoli.

Queste furono le parole della Monarchia di Polonia, le quali stomacarono i buoni, diedero meraviglia ai saggi. Onde allora l’Imperator romano, convalescente d’una pericolosa infirmila che aveva avuto poco tempo prima per un pericoloso umore che se gli era mosso d’una brutta sollevazione de’ suoi

T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso - in.

18