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l’eclisse; onde con volto di vivo sdegno rispose a quei prencipi le seguenti parole: — Voi sapete, monarchi, che dal gran Iddio siete stati constituiti rettori dell’universo per comodo e sicurezza de’ populi, accioché difendiate il debole dagli insulti della plebe sediziosa, e perché manteniate quella tranquillitá e quiete tra gli uomini che è l’ultima felicitá loro; quindi è che tutte le vostre azioni doverebbono drizzarsi alla meta del pubblico bene, ricordandovi che non la servitú, ma la tutela de’ populi vi è stata concessa, e che non i cittadini vi sono stati dati per vostro servigio, ma voi per commodo e benefizio de’cittadini sete stati eletti prencipi; le quali cose avendo voi poste in dimenticanza, per ambizion di regnare avete empiuto il mondo d’una bruttissima confusione, con tal roina degli ordini santissimi stabiliti dalla providenza divina per felicitá del genere umano, poiché non estinguendosi giammai in voi l’ardente sete del dominare, armate del continuo per occupargli Stati altrui molti de’ vostri sudditi, i quali perché non si spaventino di commettere per vostro benefizio quelle empietá e sceleratezze che tanto sono proprie delle guerre, il nome di vituperoso ladrone, che meritano quei che vi seguono, avete mutato in quello di onorato soldato, e con gli artificiosi aggiramenti vostri avete ridotti i populi a tanta semplicitá, che il rubbare, cosi vituperosissimo in un privato, da essi è stimato virtú eroica in un re e azione onorata il commetter in compagnia del prencipe quegli eccessi, che è tanto vituperio far soli. Onde è che riputandosi gli furti degli Stati altrui gloriosi acquisti, avete proposti premi onorati ad azioni che meritano ogni vergognoso castigo, ed è giunta a tal termine la vostra esecranda temeritá, che non vi siete vergognati di far voti e fabricar tempii a Dio per le vittorie de’ vostri latrocini, commessi con tanto spargimento di sangue umano, invece di placar Sua Maestá per l’innumerabili miserie e calamitá, per l’estreme carestie e pestilenzie, per gl’incredibili danni e impatibili ruine, per i crudeli omicidi che si fanno con manifestissimo pericolo della perdita dell’anime, per i sacchi e incendi, per le disabitazioni delle cittá, per i stupri