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RAGGUAGLIO LXXXVIII

I popoli angariati.

Essendo da varie provinole stato avisato Sua Maestá, che il genere umano erano da’ prencipi non pasciuti e governati come pecore, ma come nemici, e che molti prencipi erano di pastori divenuti lupi rapaci, poiché con i dazi eccessivi a’ sudditi loro succhiavano il sangue vitale e aveano tra di loro admessa una empia massima politica: che facea bisogno, per regnar sicuro, tener bassi i popoli con opprimerli e disertarli e ridurli alle ultime calamitá; e che ciò era cosí bene osservato, che quei che piú trovavano nuovi modi d’affligger i popoli come uomini di governo erano esaltati ; e quello che riduceva i popoli all’estrema disperazione era che alle bruttissime ed esorbitantissime angherie avevano trovato e imposto fino nome di santitá, e che fino tanto innanzi erano passate le cose, che alia rapacitá fatta con ogni violenza da’sudditi era stato posto l’onorato e libero nome di donativo: tutti disordini che alienavano i buoni sudditi dall’obbedienza de’ prencipi loro, i quali, accortisi della mala volontá de’ popoli verso loro, invece di rendersegli benevoli con il sgravarli di pesi intolerabili, maggiormente l’affliggevano, stimando non trovarsi altro rimedio da proibir che i muli non tirino calci, che il renderli inutili con tagliar i loro piedi di dietro: onde allora par loro di aver reso lo Stato pacifico, che l’avevano fatto inette solitudini e resi i sudditi persone miserabili, e che vi aveano diradato il genere umano e afflittolo fino alla morte. Per por dunque rimedio a tante afflizioni de’ popoli, che continuamente esclamavano appresso Sua Maestá, fu comandato che tutti i popoli, tutte le nazioni fra certo breve termine portassero in Parnaso la somma de’ tributi e delle angherie che pagavano a’prencipi loro. Comparvero .tutti, come avea commandato Sua Maestá, e ognuno portò i suoi dazi [e] ga