Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/255

RAGGUAGLIO LXXXV

Sono ributtati quelli mercanti da Apollo, che attendono a mercanzie inutili.

Ritornando Apollo di villa, dove per sua ricreazione è stato alcuni giorni, nel passare che fece per la via sacra, vide che tutti i letterati politici avevano aperti certi fondachi nuovi, i quali avevano pieni di varie penne d’uccelli e di ali grandissime; la qual sorte di mercanzia per non essersi veduta piú in Parnaso, domandò a quei mercatanti politici a che fine avevano fatto quel cosi grande apparecchio di penne. Risposero che volevano con quelle imparar a volar ai nibbi ; con molta ragione rispose Apollo: — Quei che trattano della politica vogliono imparar l’arte aili maestri d’essa—; onde incontanente per un suo pubblico editto dechiarò matti da legare e pazzi arroganti tutti quei che attendessero per l’avvenire a cosi inutile mercanzia, aggiungendo di piú che non fosse ad alcuno lecito ex professo trattar materie politiche, poiché i prencipi, per i quali solo pareva che si facesse la fatica, beveano con il latte simil scienza, la qual imparavano con la sola cognizione degli interessi loro: e che li privati non solo [non] hanno bisogno di aver di lei cognizione, ma che deve esser loro proibita sotto pene gravissime.