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dalle madri loro. 11 Francese, per soverchia amorevolezza volendo tener sciolto quel cane da caccia che gli vien donato da un amico o che toglie altrui, lo perde, perché il cane si fugge da lui per andar a truovare il suo antico signore; disordine che non si vede seguir nello Spagnuolo, che lo tien ben legato alla catena, né lo scioglie fin che non lo vede ben domesticato; né è possibile a voi Francesi con qualsivoglia studio superar questi vostri difetti, percioché l’inserir nelli animi vivi, risoluti, veloci, la severitá, la prontezza alle cose feroci, sarebbe il medesimo disordine che far le ali agli aspidi, alle vipere, il dente velenoso delle quali la Divina Maestá ha mortificato con la lentezza del cammino.

La seconda e molto piú importante cagione, perché voi Francesi lungamente non sapete mantenergli Stati nuovamente conquistati, nasce da un particolar difetto che voi non amate di correggere, percioché non per altra cagione la nazion francese con facilitá grande perde quei Stati, che con il molto suo valore felicemente in paesi lontani si ha acquistati, eccetto perché la Francia con l’amenitá del suo cielo, con la bellezza del paese, con la fertilitá dei campi, con le allegrezze e con i giubili tanto proprii di quel regno di modo strettamente tiene inamorati voi Francesi, che non solo trascurate, ma in sommo orrore avete la strada di qualsivoglia altro paese, onde che il solo pensiero di annidarvi in altre parti vi è di sommo cordoglio; e pure tutti gli intendenti delle cose di Stato confessano tutti, che la prima fortezza inespugnabile, che da una nazione straniera si fabrichi in uno Stato nuovamente acquistato, è svisceratamente innamorarsi di lui; di maniera tale che, per insegnar a voi Francesi l’arte vera di lungo tempo signoreggiar gli Stati nuovamente conquistati, farebbe bisogno empir la Francia, ora tutta piana come un prato, feconda come una Puglia, amena e deliziosa come un giardino, di monti, di selvi, di diserti: cosa non solo impossibile, ma che a voi Francesi sarebbe dispiacevolissima, come quei che non cambiareste la vostra deliziosa Francia con qualsivoglia terrestre paradiso, che mai si sapessero fingere gli uomeni