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RAGGUAGLIO LXX

[La signora donna Vittoria Colonna, accusata davanti Apollo per aver

sposato uno straniero, da se stessa fa le sue difese.]

L’eccellentissima signora donna Vittoria Colonna, quella che, per le rare sue doti del corpo bellissimo e dell’animo colmo di tutte le piú pregiate virtudi, lo stesso primo giorno che fu ammessa in Parnaso non solo meritò dalla serenissima Calliope esser dechiarata sua cameriera maggiore, ma che dalla stessa Maestá di Apollo fu chiamata gloria del sesso femminile, di ordine espresso di Sua Maestá alcuni giorni sono dalla gran corte della vicaria fu ritenuta, ma però in una molto onorata stanza, per l’accusa gravissima che le fu data, di aver oscurata la sua reputazione e la gloria del nome italiano con l’indegne nozze che ella fece con don Francesco Ferrando marchese di Pescara, personaggio spagnuolo. Cosi grande fu la mestizia che mostráro tutti i virtuosi di questa corte per l’infelice caso di cosi nobil poetessa, che sino dal primo giorno che segui la ritenzion di lei i letterati tutti, cosi greci, come latini e italiani, si vestirono di lutto, cosa che in Parnaso per qualsivoglia lugubre e infelice accidente, levatone però i deplorandi incendi delle pubbliche biblioteche, non è solito vedersi mai.

Il giorno dunque statuito alla decisione di tanta causa i virtuosi tutti accompagnarono nella curia l’eccellentissima signora donna Vittoria, che, secondo il costume, come rea vi fu condotta. Allora la serenissima Calliope, per segno di intensissimo dolore, con il crine disciolto e vestita con la graniglia funerale si presentò avanti la Maestá di Apollo, che nel supremo suo trono volle intervenir a quel giudizio, al quale con umili ed efficacissime preghiere chiese che nella causa di quella sua virtuosa dama si procedesse con il termine di qualche pietá; e perché nel medesimo tempo tutti i letterati che erano