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chi può disturbar loro quella monarchia universale di tutta la Grecia, alla quale hanno drizzato lo scopo di tutti i loro pensieri. — Di maniera tale dall’audienza tutta le miserie dell’infelicissimo duce de’ Laconici furono compatite, che Apollo stesso per la moderna immanitá degli uomini essendo rimasto grandemente stupefatto, con sciugarsi le lagrime che gli erano venute negli occhi apertamente mostrò che fino nel vivo cuore gli pungevano quei mali del prencipato laconico, che egli stesso conosceva esser senza rimedio.

Terminata che fu questa causa, il figliuolo del prencipe di Pergamo cosi parlò ad Apollo:—Senza nota alcuna di vana istanza posso ben dir a Vostra Maestá di aver nell’ultimo [conclave] dopo la morte del padre mio di gloriosa memoria, con l’aiuto della mia fazione e col seguito de’ miei amorevoli, creato il presente prencipe di Pergamo, nella minor sua fortuna confidentissimo amico mio; ora e con molta veritá posso anche dire che in vita del prencipe mio padre tutte le mie azioni e i miei pensieri s’impiegorono sempre per la grandezza di questo soggetto; e che io felicemente abbia conseguito il fine dei miei desideri, cosi mi è stata cosa di somma considerazione, che in un tratto mi ha asciugato quelle lagrime della morte di mio padre, che senza questo contento in me forse sarebbono state perpetue; ma perché molti casi seguiti mi hanno fatto conoscer esser cosa fatale il perder la sera quell’amico che la mane altri ha esaltato al principato, e da me sapendo mal discernere se tanto infortunio succeda per l’ingratitudine di chi riceve il beneficio o per difetto di chi lo fa, a fine di non rompermi anche io in quell’infelicissimo scoglio, nel quale tanti miei pari hanno pericolato, supplico la Maestá Vostra ad insegnarmi il modo che debbo tenere per sempre mantenermi amico il prencipe che io ho esaltato a tanta grandezza. — Dopo queste parole una bianca nube cominciando a ricoprir la persona tutta di Apollo, i suoi sacerdoti che gli erano a lato s’avvidero che Sua Maestá voleva vaticinare; onde, essendosi tutti prostrati in terra, anco l’audienza tutta fece il medesimo: e poco appresso fu inteso un