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il ricordar ora a vostro figliuolo che egli viva e respiri per voi, mentre non vi potete aggiungere di averlo educato. Ma, perché il confonder con la beneficenza chi ha dimeritato è la piú crudel vendetta che esercitar possa un animo nobile, non giá per obbligo alcuno, ma per atto di virtuosa magnanimitá, per far piacere a me e cosa grata a tutta questa udienza, che con loquace silenzio il medesimo vi chiede, voi figliuolo riconoscerete in casa vostra e per l’avvenire amarete e onorarete vostra madre. — Di grandissima soddisfazione all’udienza tutta fu la spedizione di questa prima causa, nella quale tal novitá occorse, che da’ curiosi letterati merita esser saputa: perché, allora che Apollo a quella donna disse che le madri, che, solo mostrando di aver diletto de lo spesso procreare figliuoli, poca cura si prendevano dell’educazione di essi, nulla meritavano, Publio Terenzio, voltatosi verso il nipote del duce de’ Laconici, che gli era a lato e che con molti altri personaggi era venuto a servir Sua Maestá in quella mattina, con voce alta, che dall’udienza tutta fu udita, disse: —Arrige aures , PamphiletW —: ricordo che, come fuor di proposito da tutti essendo schernito, dalla sola classe de’ virtuosi politici grandemente fu magnificato.

Comparirono poi avanti Apollo quattro ambasciatori della comunitá di Ponto, terra nell’Umbria, il piú stimato de’ quali cosi disse ad Apollo: — È noto ad ognuno, serenissimo re de’ pianeti, che gli obblighi degli uomini verso la patria loro sono uguali a quelli che i figliuoli portar deono al padre e alla madre, onde è che con fondamento di buone ragioni la patria vien chiamata prima madre da ognuno; il che essendo verissimo, qual castigo puoi venire dalla mano di loro giudici, ancorché sommamente severo, del quale meritevolissimo non sia Giovanni Gioviano, nato in Ponto, nostra patria, il quale dalla sua prima giovinezza essendo andato al servizio dei passati re di Napoli aragonesi, con ingratitudine senza

(1) [Terenzio, Andria, v. 933.]