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RAGGUAGLIO LX

[Si riunisce la dieta generale degli ipocriti e in essa l’Arcipocritone

mostra qual via si debba tenere per riordinare Parte loro.]

Grandissimo fu lo spavento che entrò negli animi di tutti gli ipocriti, quando videro il severo castigo che ad uno di loro fu dato d’ordine d’Apollo, come si scrisse, mercé che si chiarirono affatto della fermissima deliberazione fatta da Sua Maestá d’esterminarli da tutto Parnaso; onde, per provvedere all’indennitá non meno della riputazione che delle persone loro, intimarono ne’ giorni passati un’universal radunanza, nella quale s’è risaputo che l’Arcipocritone capo di essa parlasse in questo modo: — Signori, è cosa contraria a tutti gli ordini della natura che con gli studi esquisiti manchino le scienze, con li esercizi continui, con le fatiche perpetue manchi l’eccellenza dell’arte, con l’assidua obstinazione si perda la cognizione delle cose; eppure evento tanto impossibile si vede talmente sortir in questa professione, che certo, se per tradizione avuta dalli nostri maggiori certissimamente non credessimo che l’ipocrisia abbia ad esser eterna col mondo, dubiterei certo; e perdonatemi, signori, se io mostro vacillare in quella veritá, che finora costantissimamente ho creduta nel cor mio ch’a tempi nostri dovesse affatto venir meno. Non vedete che, sebbene questa nostra mistura d’artificiosa apparenza si va ogni giorno maggiormente affinando, ogni giorno cresce di perfezione, nondimeno che gli manca talmente il credito, che quelli che poco dianzi erano avuti in somma riputazione, che parevano il condimento delle cose del mondo, poco è mancato che non siano stati scacciati da Parnaso a furor di popolo con li bastoni e con le sassate. Non posso, fratelli miei, se non con le lacrime agli occhi ricordarmi di quei felicissimi tempi passati, quando gli nostri padri con uno sguardo rivolto verso il cielo, col mostrare il bianco dell’occhio, con una voce