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RAGGUAGLIO LIV

[Per molte sue colpe Geronimo Ruscelli è condannato alla gravissima pena dell’ignoranza.]

Dui giorni sono fu finalmente spedita la causa dalla quarantia criminale di Geronimo Ruscelli, stato prigione e processato: per avere levate epistole dicatorie alle opere altrui e poste le sue, facendo mercanzia vilissima delle buone lettere, per esser stato sensale di stampatori [e] con istanza loro aver alterato piú libri, per aver pubblicato sotto nome suo cose d’altri, per aver promesso di dover pubblicare opere, che poi aveva confessato di non aver in animo di comporre, per aver fatto professione di saper greco e di aver revisti libri tradotti in italiano dal greco, che egli non intendeva, fu ieri sentenziato ad esser confinato in perpetuo tra li vergognosi ignoranti; onde, essendoli dalli pretori delli studi degradate quelle poche lettere ch’egli si trovava, non gli fu nemmeno lasciato il beneficio di saper leggere e scrivere. Nel qual stato di ignoranza vedendosi ridotto, Rusciello si vedeva tonto e brutto, il suo sapere ridotto in uno stato veramente lacrimevole, percioché egli smaniava e agonizzava; poi la mattina sonò la campana maggiore, indizio della esecuzione che si dovea fare della giustizia, onde entrò tal spavento nelli letterati, che ognuno si serrò in casa con la stanga e tenne serrate le finestre per non veder cosi brutto e orrendo spettacolo; il che deve servire per esempio a quelli uomini che, per curiositá andando a veder li spettacoli delli uomini ehe muoiono nelli patiboli, si vergognano loro stessi. Non manca in Parnaso l’opera pia della Compagnia della Misericordia, che eserciti la caritá di consolare quei che sono condannati alla pena gravissima: al caso duro di Ruscelli si aggiungeva anco questa ultima calamitá, che egli andava solo al patibolo, mentre che in ogni crudel morte e in ogni caso atrocissimo