Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/123

ritevole di quell’onore, sotto la severa pena di esser senza remissione alcuna per tre giorni continui sospesi dallo studio delle buone lettere, commandò a tutti che dovessero intervenire ad onorar quel trionfo. Onde i prencipi tutti dell’universo per volontá, i letterati per mera necessitá, con frequenza mirabile furono veduti accompagnar il trionfo, il quale fu il piú celebre, il piú pomposo fra quanti giá mai abbia veduti Parnaso; ed essendo il carro passato per lo ponte trionfale e per la via sacra, giunse nel fòro di Clio, dove dall’eccellentissimo Sabellico farsi dovea l’orazione in lode del trionfante; e appunto allora che i prencipi maggiormente giubilavano, parendo loro di finalmente aver sepolta la veiitá istorica, e quando piú godeano per veder trionfar l’ignoranza, quei a’ quali Apollo avea comunicato il secreto dell’animo suo ad alta voce cominciarono a gridare: — Viva il Campana ignoratone ! viva l’istorico degno de’prencipi moderni! viva lo scrittor meritevole del secolo presente ! — le quali voci reiterando quei virtuosi molto spesso e molto piú spesso essendo reiterate dai letterati, bramosissimi di veder la vergogna del Campana, ognuno facilmente si avvide che il fine di Sua Maestá fu, con quel falso trionfo, svergognar quell’istorico ignorante. Onde, in quel strepito di acclamazioni facendosi molta calca vicino al carro, lo gettarono in terra, e l’infelice istorico trionfante piú volte fu revoltato e attuffato nel fango e, per colmar tutte le vergogne di lui, quattro famosi istorici, Polidoro Virgilio, Paulo Emilio veronese, Flavio Biondo e Marco Antonio Sabellico, bruttamente lo balzarono in una coperta, e poi dai tubicini latini e dai trombetti italiani, di ordine di Sua Maestá, in perpetuo fu sbandito da Parnaso e suo distretto, e gl’infelici suoi scritti vergognosamente furono cacciati in un caratello di tonnina e poi condannati all’infame pena delle sardelle, e gli fu detto che andasse a scriver romanzi e a commentar Bovo d’Antona, alla quale sorte di composizione egli aveva lo stile molto accomodato, ché il tessere un’istoria universale e il scriver le moderne guerre civili di Fiandra, nelle quali i prencipi che vi tennero mano piú