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CENTURIA TERZA - RAGGUAGLIO XXXIII 113

gl’italiani e farsi affezionati gli animi loro, era pazzo chi non conoscea che i re di Spagna si erano fatti assoluti signori di tutta Italia, altro non rimanendo loro che andar a pigliar il possesso di quei corpi, delli animi de’ quali con artifizi tanto cupi si erano insignorati.

Fu il poeta licenziato da Apollo e ringraziato della diligenza che ayea usata in portar quella nuova in Parnaso, la quale fu tenuta per tanto vera, che tutti i letterati zelanti della libertá d’Italia, vestendosi di duolo, mostrarono pubblico lutto; e come suole accadere nei casi infelici, che si ricorre agli aiuti sacri, fu concluso che con molta diligenza fossero veduti i libri sibillini degli Annali e delle Istorie del magno Cornelio Tacito, ne’ quali considerando altri le cose passate con somma eccellenza scritte da quell’ingegno singolare, si profetizzavano le future. Esattissimamente furono veduti gli scritti di Tacito, e in quella preziosa gioia, in quel compendio della prudenza umana, in quel magazzino di sentenze e di precetti politici della Vita dí Agricola, scrittura che, passando l’eccellenza dell’umanitá, fece inarcar le ciglia a Livio e sospirar Sallustio quando da essi fu letta, fu ritrovato che, parlando egli delle brache spagnuole, con le quali ricuoprendo i nostri Italiani le vergogne del corpo scuoprono i vituperi dell’animo loro servile, asserisce che apertamente predicono la vicina servitú dell’Italia. Onde Apollo, a fine che gl’italiani, che commettono tanto mancamento di mostrarsi affezionati alle nazioni straniere con pigliar gli abiti, la lingua e le altre usanze loro, venendo in chiara cognizione di quanto pregiudizio sieno alla privata riputazione di ciascheduno e alla pubblica libertá, avessero commoditá di emendar errori tanto grandi, comandò che nei pubblici rostri, all’ora che nel fòro massimo si trovava numero maggior di popolo, fosse prima in latino letta, poi interpretata in volgare la profezia di Tacito; onde l’eccellentissimo signor Andrea Alciato, cosi comandato da Sua Maestá, comparve nei rostri e ad alta voce cosi ragionò al popolo: — Gli antichi Romani, accortisi che con la forza delle armi non sarebbono giammai arrivati a soggiogar

T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso - in.

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