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RAGGUAGLIO II

[La] Libertá di Genova [viene riammessa alle visite.

Sono giá molti anni che la serenissima Libertá di Genova non è ammessa alle visite e alla domestica conversazione dell’inclita Republica veneziana e delle altre castissime Libertadi italiane e oltramontane, percioché, ancorch’ella per il passato sia vissuta in Parnaso con somma riputazione d’una perfetta pudicizia, in questi ultimi anni nondimeno grandemente le ha scemato il credito la troppo domestica conversazione ch’ella ha sempre tenuta con la fallace nazion spagnuola, alla quale, e con grandissimo detrimento della sua riputazione, ella non solo ha accomodato il piú nobile appartamento della sua casa, ma fino ha permesso che i piú insigni soggetti della sua nobiltá la servino. Per li quali disordini, che in una dama tale sono stimati gravissimi, molti liberamente l’hanno biasimata che non solo troppo si sia intrinsecata con gente, che notoriamente insidia alla sua castitá, ma pubblicamente da ognuno si dice, che alli Spagnuoli ella abbia consentito cose brutte e sopramodo pregiudiziali al suo onore; e grandemente si mormora di quella ardente sete ch’ella mostra di avere dell’oro spagnuolo: avarizia cosi propria d’una vilissima e disonestissima meretrice, come affatto indegna d’una castissima donzella; per li quali disordini chiaramente si vede, che cosi nobile principessa, la quale, avanti che avesse pratica tanto perniciosa, era annoverata fra le piú leggiadre e belle signore che vivono libere, ora ne’ membri suoi molto è divenuta difforme, percioché il naso delli Dorii l’è cresciuto quattro dita e la gamba dritta delli Spinoli mezzo palmo. A questa molta disuguaglianza de’membri s’aggiunge l’infinita vergogna che le arrecano le chiacchiare, che fino per le pubbliche piazze si vanno dicendo, che i suoi cittadini, tanto domestici degli Spagnuoli, fino li servino per ruffiani di disonestadi