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RAGGUAGLIO XVII

Dalle Libertadi piú famose di Europa essendo Tacito stato escluso dalla casa loro, egli con Apollo gravemente se ne querela, e da quelle serenissime dame con sua molta riputazione di nuovo vien ricevuto e accarezzato.

Tuttoché reccellentissimo Gaio Cornelio Tacito in questa corte di Parnaso venga riputato l’oracolo delle cose politiche, e che però stimatissimo sia da’ maggiori monarchi di Europa, perché nondimeno l’invidia mai sempre è stata capitai nemica della virtú, è accaduto che alcuni maligni co’ perpetui mali uffici loro di modo a tutte le piú caste republiche, le quali riseggono in questo Stato, odioso hanno reso cosi insigne personaggio, ch’elleno alcuni giorni sono concordemente gli proibirono l’ingresso della casa loro. Onde la stessa serenissima Libertá veneziana, che, piú di ogni altra facendo professione di esattissima castitá, sommamente preme di star lontana anco dalle sospizioni, l’altra mattina gli serrò la porta della sua casa in faccia: stimando queste serenissime principesse non esser di loro riputazione la conversazione di colui che in concetto delle genti è di esser il vero maestro, l’unico architetto delle piú crudeli tirannidi. Grave querela e in voce e in iscritto non solo con tutte le republiche residenti in questo Stato, ma con la stessa Maestá di Apollo fece subito Tacito di cosi segnalato affronto; col quale con alterazione e commozione straordinaria di animo gravemente si dolse che da’ suoi antichi malevoli sceleratissimainente era stato assassinato, e che la veritá era che le antiche e le moderne republiche né a Platone né ad Aristotile né a Licurgo né a qualsivoglia altro institutore o legislatore del viver libero averebbono portato obbligo maggiore che a lui, quando dal giudicio degli uomini dotti ejion appassionati le fatiche de’ suoi Annali e le sue Istorie , come si conveniva, fossero state esaminate e ben considerate. Alte radici negli animi di quelle famosissime Libertadi gettarono queste querele; le quali, per non