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CENTURIA SECONDA - RAGGUAGLIO XIV 8l

per li rimedi piu urgenti e allora che le altre speranze fossero mancate, appresso Apollo nondimeno prevalse il solo parer di Tacito, il quale risolutamente disse: «/r<? ipsum et opponere moie statevi imperatoriam debuisse cessuris, ubi principem longa expe rientia, eumdemque severitatis et munijícientiae summum vidissent» b>. Onde Apollo a gran passi s’inviò verso Parnaso, dove l’ordinarie guardie degli arcieri poeti provenzali e la compagnia delle corazze de’ letterati italiani, che in molta fretta erano state mandate innanzi, non solo trovarono le strade piú principali essere state sbarrate e il fòro massimo con buoni corpi di guardie assicurato, ma le abitazioni tutte delle monarchie e delle republiche ben fortificate e armate di gente, e che cosi i monarchi come i consoli, i duci, i confalonieri, i borgomaestri egli altri capi delle republiche con le picche abbassate pur allora erano per dar dentro e animosamente attaccar la zuffa, quando, dalla corte reale che si approssimava, i prencipi e le republiche essendosi accertate della venuta di Sua Maestá, in tal venerazione ebbero la reai sua persona, che, in terra avendo gettate le armi, con timor grande di essere stati veduti e riconosciuti, corsero ad appiattarsi : cosa che ad ognuno chiaramente fece conoscere quanto in simili ed in altri casi di urgente pericolo negli animi de’ sudditi vaglia la reai presenza di un prencipe che da’ suoi popoli sia benamato e temuto. Quietati che in questo modo furono i rumori, Apollo, come prima giunse alle sue stanze, a sé fece chiamare le monarchie e le republiche tutte residenti in Parnaso; e, ognuna prontamente essendo comparsa, al consolo Marco Marcello chiedette che la vera cagione li facesse sapere di que’ tumulti. Disse allora il consolo che in un drappello, dove in compagnia di molti monarchi si trovavano piú consoli romani, duci veneziani, confalonieri fiorentini e borgomaestri alemanni, ragionandosi qual fosse piú prestante governo, la monarchia o le republiche, Filippo Maria Visconti, duca di Milano, aveva ardito dire che le republiche tutte, e piú particolarmente le aristocrazie, erano insopportabili signorie di

(. 1 ) Tacito, nel ltbro i degli Annali [cap. 46]..

T. Boccali.ni, Ragguagli di Parnaso - li.

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