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e affatto pernizioso, quando anco allora che essi hanno gli anni atti a saper co’ sudori delle fatiche e delle industrie loro acquistarsi il vivere lautamente, lo somministrano loro. Che certo sommamente industriosi, come i nostri, sarebbero i figliuoli degli uomini, se solo fino al termine di quell’etá gli amassero, che a noi ha prefisso il grande Iddio, e cosi come io a’ miei figliuoli, allora che francamente gli ho veduti volare, per abbondante sostentamento della vita loro ho mostrate le siepi piene di passeri, cosi gli uomini a’ figliuoli loro, divenuti giá grandi e fatti uomini, le corti de’ prencipi, le cittadi metropoli de’regni, siepi piene di passeri d’infiniti negoci, additassero; perché, non oziosi e inutili pezzi di carne sepolti nell’infingardaggine e nella ignoranza di tutte le cose, ma delle virtuose loro industrie onoratamente sostentassero la vita loro. — Udito ch’ebbe Apollo precetto agli uomini tanto necessario, dopo sommamente averlo lodato, a quello sparaviere sicura e onorata stanza deputò in Parnaso; poi cosi disse:—Ora finalmente, dilettissimi miei virtuosi, siamo venuti in chiara cognizione che nelle cose pertinenti alla conservazione e propagazion loro, intiera e molto perfetta sapienza avendo l’immortal Iddio infusa negli animali bruti, la vera filosofia, che fa gli uomini saggi e alla quale con lo studio continovo di una perpetua speculazione essi deono attendere, è osservare i naturali istinti loro, e diligentemente praticarli nelle cose proprie: ché cosi, non co’ capricci delle sètte diverse de’ filosofi, tra essi tanto discrepanti di opinione, ma vivendo co’ santi e prudenti precetti naturali, felicissima meneranno la vita loro; e cosi come gravissimo disordine sarebbe che gli uccelli e gli altri animali bruti della terra fino all’ultima vecchiezza de’ figli loro li pascessero nel nido e ne’ loro covili, cosi fa bisogno confessare che pessimamente si consegliano que’ padri, che, maggiore studio ponendo in accumular le grandi ereditá di ricche rendite a’ figlioli, che in lasciar loro quel prezioso e sempre durabile patrimonio dflle buone lettere, che il fuoco non può consumare, le inondazioni de’ diluvi non possono disertare e la rapacitá de’ tiranni non vale a tórre, invece di uomini util’ alla casa loro, alla patria e al mondo, infelicissimamente