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che alla qualitá delle composizioni che portavano in Parnaso, anco a’ poemi da’ fecondi ingegni de’ letterati solamente cominciati, e non da infingardaggine di animo ozioso, ma dalla sopravegnente morte interrotti, con la medesima liberalitá donava l’intiero premio dell’immortalitá, come se al fine della piú compiuta perfezion loro fossero stati condotti.

Per questo importantissimo rispetto dunque al nome e agli scritti di Baldo Cutaneo favoritissimamente fu decretata la gloria della fama eterna; il quale da’ maestri delle ceremonie pegasee con la solita solennitá essendo stato posto a sedere tra que’ semidei che godono la segnalatissima prerogativa dell’immortalitá del nome loro, nell’udienza reale comparve un letterato, il quale alla toga ch’aveva greca e al chiarissimo segno della barba dalla maggior parte del senato virtuoso fu riconosciuto per quel famoso Timoteo greco, che con Francesco Filelfo, chiaro poeta marchegiano, per la vii disputa di una sillaba avendosi giocata la barba, dal severo vincitore rigorosamente li fu tagliata: onde in ognuno si rinnovellarono le risa, e nacque maraviglia grande come quel virtuoso, sempre poco accorto, in tanto suo dispregio avesse ardito di presentarsi in luogo tanto celebre per domandar quella stanza di Parnaso, che solo si concedeva ai letterati di esquisitissima riputazione. Con tutto ciò Timoteo ad Apollo animosamente cosi disse: — Io con sincera veritá posso dire di molto piú aver amato le buone lettere, che anco con i perpetui studi miei io abbia potuto far acquisto del nome di perfetto letterato; seben con le mani vuote, senza presentare a Vostra Maestá composizion mia alcuna, mi presento avanti lei e ardisco di chieder nella stanza di Parnaso luogo tra i suoi letterati, spero nondimeno di non partirmi dalla reai presenza di Vostra Maestá, senza ch’io da quella immensa sua benignitá riceva quella grazia, che con larghissimi premi rimunera anco il solo intenso desiderio che altri ha avuto di sapere.— Stava, come in occasioni tali è solito di ognuno, ginocchioni Timoteo, mentre ad Apollo fece la sua domanda; quando (cosa che in qualsivoglia altro tempo e con quaisisia altro soggetto, per eminentissimo che egli sia stato, non si è veduta accader