Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/39

che tanto disordine serviva per sanguèsughe da cavar con tante pessime soddisfazioni i danari dalle viscere de’ loro afflitti popoli ; i quali non altro piu crudele e penoso inferno provando in questa vita presente, che il tormento del piatire e la pena di trovarsi nelle mani tanto rapaci de’ giudici, degli avvocati, de’ notai e degli sbirri, officio di ogni buon prencipe era di piú tosto co’ suoi dispendi liberar la sua greggia da tanti scorticamenti, che servirsi di essi per una ricca ma però molto empia mercatanzia;

Che i grani, gli oli, i vini e le altre cose pertinenti al cotidiano vitto degli uomini, che producevano gli Stati loro, anco nelle estreme abbondanze e nella copia di una redundante superfluitá conservassero, e in ogni possibil modo fuggissero di inercatantarle essi alle nazioni straniere; perché, dell’abbondante raccolto dell’anno venturo niuno potendosi assicurare, non altro piú mortai fallo potevano commetter i prencipi, che delie penurie anco mandate da Iddio esserne incolpati essi ;

Che, il maggior vantaggio che abbiano le republiche sopra le monarchie essendo Tesser libere dalTimpeclimento delle donne, ogni prencipe lontano dalla dolcezza del comandare e da’ pubblici negozi tenesse la moglie e ogni altra donna del suo sangue, come istromenti che, con l’imprudente e avaro modo di proceder loro, in molti principati avevano cagionate lugubri tragedie; e che per cosa fermissima tenessero che non altra piú vera sentenza aveva detta il gran politico Tacito, che «Non imbecillem tanlum et imparem laboribus sexum; sed, si licentia ad * sii, saevum, ambitiosum , potestalis avidum » hh

Letti, stipulati e giurati che furono i presenti capitoli, lo stesso gran cancelliere caramente ricordò a que’ gran monarchi della Dieta che, acciò il mondo non vedesse l’esempio scandalosissimo della novella Libertá degli Olandesi e Zelandesi, che di ogni altra sorte di privato interesse si spogliassero tutti ; e che se (come per ogni termine di buona prudenza e di ottima ragion di Stato strettamente erano obbligati) non volevano

(i) Tacito, libro in degli Annali [cap. 33].