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INDICE

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splendidezza del suo vivere, dall’universale di Parnaso malamente era stata intesa, in un’opera da tutti grandemente lodata

distribuisce le sue immense ricchezze.Pag. 264

Ragguaglio LXXIX — Alcuni prencipi di Parnaso, per avere in

una puzzolentissima mercatauzia consumata somma grande di oro, aggravati da soverchi debiti, sono forzati dechiararsi

falliti e assentarsi da Parnaso.. . » 267

Ragguaglio LXXX — Alcuni principali politici di Parnaso pregano la Monarchia ottomana a dir loro la vera cagione perchè

ella corta guerra faccia agl’inimici suoi, e da lei ricevono

risposta di compitissima soddisfazione.» 270

Ragguaglio LXXXI — I popoli virtuosi dello Stato di Apollo,

dopo l’avere al pubblico tesoriero di Sua Maestá fatto il solito donativo di un milione di concetti, conforme il costume

loro le chiedono una grazia.» 274

Ragguaglio LXXXI 1 — I popoli dell’Arcadia per alcuni nuovi

dazi pubblicamente essendosi sollevati contro il prencipe loro, egli, con dar in poter loro l’arcigogolante che glieli aveva

persuasi, accortamente li quieta.» 276

Ragguaglio LXXXIIT—Marco Porzio Catone, mentre riprende

Salustio Crispo che adulato avesse Tiberio imperadore, da lui riceve una molto severa correzione di esser troppo ostinato . » 279

Ragguaglio LXXXIV—Per un suo nuovo editto avendo Apollo

a’ poeti proibito il poter piú ne’ versi loro cantar animale alcuno favoloso, per l’instanza grande che ne fecero i medesimi, Sua Maestá comanda la rivocazion di lui.» 282

Ragguaglio LXXXV — Giovan Girolamo Acquaviva, duca di

Atri, dopo l’aver superata una grandissima difficoltá, con

grandissimo suo onore è ammesso in Parnaso.» 284

Ragguaglio LXXXVI — Il duce della Laconia, per vendicarsi

col braccio della giustizia, contro un senatore molto principale del suo Stato, di alcuni privati disgusti ricevuti da lui, a Flaminio Cartaro, suo giudice criminale, comanda che sopra alcuni capi datili da lui severamente lo processi; ed egli

niega di volerlo ubbidire.» 287

Ragguaglio LXXXVII — Alcuni prencipi di questo Stato ad

Apollo avendo presentato un libro della Ragion di Stato, i virtuosi di Parnaso, che non approvarono la diffinizione che in esso si dava alla ragion di Stato, ne pubblicano una nuova,

a quei prencipi sopramodo odiosa.» 289

Ragguaglio LXXXVIII — Marc’Antonio Moreto instantemente

chiede ad Apollo di poter nella pubblica cattedra delle scuole di Parnaso aver una orazione in lode della clemenza del gloriosissimo re di Francia Enrico quarto; e non l’ottiene . . » 293