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Ragguaglio LXVIII—Il grande imperadore Massimiliano primo,
in una raunanza de’maggiori prencipi di questo Stato avendo detto la religion maomettana tutta esser politica, alla stessa Monarchia ottomana, che di ciò faceva rumori grandi, avanti Apollo con ottime ragioni prova di bene aver parlato . . Pag. 237
Ragguaglio LXIX — Anneo Seneca, dopo l’aver per lo spazio
di quarant’anni continovi nelle pubbliche scuole di Parnaso lette le morali, da Apollo ottiene l’immunitá; e, delle sue immense facoltadi, di una ricca rendita volendo dotar la cattedra delle morali, da Sua Maestá non gli è conceduto
il poterlo fare.» 243
Ragguaglio LXX — Diego Covarruvia, dopo aver pei tempo
brevissimo con molta sua lode esercitato il carico di tesoriere generale di Sua Maestá, entra nella setta stoica .... » 245
Ragguaglio LXXI — Cornelio Tacito, per querela datagli da
alcuni prencipi grandi per alcuni occhiali politici fabbricati da lui, pregiudicialissimi al loro governo, essendo stato car cerato, da Apollo vien liberato.» 247
Ragguaglio LXXII — Molti vetturali, che di contrabando in
Parnaso portavano quantitá grande di fave, dagli sbirri di campagna sono fatti prigione.» 250
Ragguaglio LXXIII — Seneca in una sua villa posta nel territorio di Gnido avendo fatta compra di quantitá grande di
polli, que’ popoli virtuosi vengono in cognizione della vera
cagione della novitá di quella incetta.. » 251
Ragguaglio LXXIV — Il nipote del prencipe de’Laconici ad
Apollo chiede conseglio sopra la vita ch’egli doveva tenere in Laconia per starvi con sua maggior riputazione .... » 252
Ragguaglio LXXV — Isabella di Aragona duchessa di Milano, dalla sua contraria fortuna perpetuamente trovandosi
perseguitata, ne la cittá di Efeso si riduce in istato infelicissimo .» 255
Ragguaglio LXXVI — Molti letterati, che temono la severitá
della riforma la quale di ordine di Apollo modernamente si tratta in Parnaso, sediziosamente si sollevano contro i signori riformatori; e con opportuno rimedio da Sua Maestá vien
quietato il rumore. » 256
Ragguaglio LXXVII—Molti prencipi, credendo che’l disordine
delle loro corti abbandonate dai cortigiani proceda dalle maledicenze da Cesare Caporali, poeta perugino, dette nel suo capitolo della Corte , appresso Apollo fanno instanza ch’egli
sia proibito; e l’ottengono.» 262
Ragguaglio LXXVIII — Il dottissimo Anneo Seneca, vedendo
che la riforma, ultimamente da lui fatta sopra la soverchia