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co’ luoghi e con le persone variavano e si mutavano ancora gl’ingegni e gli umori degli uomini: che però dell’ignoranza, ancorché molto crassa, de’ sudditi loro e del vederli affatto disarmati e imbelli non insuperbissero, né sopra i popoli loro pigliassero soverchio ardire; poiché non mai si trovò regno che grandemente pieno non fosse di que’ soggetti nobili, inquieti, ambiziosi e mal soddisfatti, che per sicure guide servivano ai popoli ciechi e per dotti pedanti che agl’ignoranti sudditi insegnavano l’importante precetto, la sediziosa dottrina: che, per uscir dal laberinto della servitú di una monarchia governata col solo termine dell’insolenza e di uno sregolato capriccio di un prencipe furioso, a guisa di Teseo faceva bisogno seguir il filo delle armi : cosa di tanto maggior pericolo a’ prencipi, quanto la disperazione, che per trattamenti tali entrava ne’ popoli, ancorché disarmati, ancorché imbelli e ignoranti, per ogni cantone faceva trovar loro arme, cuore e giudizio;

Che l’arme potentissima dell’infinito imperio, che anco sopra la vita degli uomini vogliono le leggi che abbiano i prencipi, mai sempre per ispavento de’ malvagi, per sicurezza de’ buoni portassero al fianco, ma però senza giammai porla essi in uso: ma, nelle occasioni ove faceva bisogno vibrarla contro quei che appresso le leggi avevano demeritato, liberamente dessero in poter di quella sacrosanta giustizia, che, anco co’ piú crudeli castighi dilaniando il corpo de’ rei, punto non esacerbava loro l’animo di rancore e di odio di vendetta. Che però, acciò i delinquenti, anco nel caso acerbissimo della morte, potessero acquetar l’animo loro tanto alterato, studiassero che nelle cose criminali dalla immediata mano loro solo fosse dispensato il miele della grazia, e che l’aculeo della giustizia solo fosse esercitato da’ loro magistrati ;

Che nelle imposizioni de’ pubblici dazi per l’avvenire meno che fosse possibile aggravassero le cose necessarie al vitto e al vestito di quei poveri che con l’industria de’ perpetui sudori sostentano la vita loro; e che rigore di imposizioni maggiori usassero in quelle che solo appartenevano alle delizie, ai lussi e alle superfluitá de’ facoltosi, che, delle rendite loro vivendo oziosi,