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Ragguaglio XXXV. — È in P, in copia con correzioni autografe, al n. 80. Il testo della p. 149 è in rifacimento autografo

marginale. Varianti trascurabili. Nell’indice autografo della c. 235 s’intitola: «Laura Terracina ammazzata dal Mauro».

146 t Francesco Mauro da Spello fu frate minoritá e pubblicò a Firenze, nel 1571, un poema latino in 13 canti sulla vita di S. Francesco, intitolandolo Francisciados\ ma il personaggio che qui il Boccalini introduce è il friulano Giovanni Mauro d’Arcano (1490-T536), coetaneo ed imitatore del Berni. La confusione generata dalPomonimia si riscontra giá nelle citazioni dei contemporanei e perdura ancora nel Crescimbeni.

1462 Laura Terracina (1519-1577), gentildonna napoletana colta ed onestissima, poetessa copiosa quanto frigida, scambiò rime col Tansillo, il Domenichi ed il Mantegna.

Ragguaglio XXXVI. — Un primo abbozzo di questo ragguaglio si veda nell’inedito testo di Cent. Ili, 58.

150 10 Taide è la protagonista del terenziano Eunuco , che il Boccalini aveva in gioventú tradotto in vivacissima prosa italiana (cfr. il voi. Ili di questa edizione).

150 15 Alessandro Farnese (1520-1589), figlio del Duca Pier Luigi, cardinale dal 1533, fu uomo ambizioso, ma dotto e liberale (cfr. anche la p. 253). ,

Ragguaglio XXXVII. — È in P, autografo, al n. 5. Alcune

varianti minori e l’aggiunta seguente:

155 2 « capo. Ecco, o Sire, che per un dittongo, per la ignoranza delle persone, viene contro ogni dovere, fuor di ogni nostro merito vituperata la piú importante provincia, la piú segnalata nazione delle buone lettere — e chiamo in testimonio la biblioteca di Vostra Maestá — che fosse giá in Parnaso; onde domandiamo con voci altissime, con strida fino al cielo, tre volte misericordia ».

155 9 * lesi, abilitando ogni e qualunque marchegiano al commercio de’ galantuomini, ordinando a poeti, grammatici ed altri vertuosi che, scrivendo, parlando, nella quantitá ed accento ed ogni altro suo particolare scrivessero Iesi con il dittongo; fattosi poi accostare l’oratore gli disse Sua Maestá alcune parole all’orecchie, che si crede che l’avvertisse, che per lo avvenire i Marchigiani avvertissero di praticar con le persone con maggior circonspezione e migliori creanze, e che dal parlar loro, poiché essi