Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/330

RAGGUAGLIO C

Dalla biblioteca delfica contro l’ordinario suo costume uscendo uno soavissimo odore, Apollo, per chiarirsi di quel miracolo, in persona essendosi trasferito nel luogo, subito scuopre la vera cagione di quella novitá.

Sei giorni sono dalla biblioteca delfica cominciò ad uscire una soavitá di odore straordinaria e grandemente mirabile: la quale percioché ogni giorno andava crescendo, per la novitá di tanto miracolo i virtuosi tutti di questo Stato grandemente sono rimasti attoniti e maravigliati; e, perché non sapevano immaginarsi la cagione di tanto accidente, strettamentesupplicarono Apollo che volesse propalarla loro. Sua Maestá, ancor ella mossa dalla novitá di quel caso, la vegnente mattina molto per tempo si trasferí alla biblioteca; e tuttoché la soavitá di quell’odore per tutto talmente fosse sparsa, che i letterati non sapessero discernere da quel luogo ella particolarmente usciva, Apollo nondimeno incontanente ritrovò il vero fonte di dove la fraganza di quell’odore scatoriva. Onde, dirittamente essendo andato al luogo dove in un’urna di finissimo cristallo orientale, gioiellata di rubini e di perle, si conservano gli scritti poco meno che divini del inorai Seneca, onorando prima quelle ben avventurate fatiche, con amendue le mani pigliò l’urna; e appresso poi si rivoltò verso i suoi virtuosi, che, indegni stimandosi di rimirar scritti di tanta esquisita eccellenza, co’ ginocchi in terra stavano a capo chino, e: — O miei cari letterati — disse loro, — dalla novitá di tanta fragranza, che uscir sentite da queste immortali fatiche del mio dilettissimo Anneo Seneca, per sempre chiaritevi che, se con le vostre virtuose vigilie di santi precetti odorifero render volete il mondo, e le persone vostre di gloriosa fama volete profumare, fa bisogno che, come ultimamente ha fatto Seneca, conformiate la vostra vita con gli scritti, i fatti con le parole.

IL FINE DELLA SECONDA CENTURIA.