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RAGGUAGLIO XCVII

Il magno Pompeo alla cerimonia della dedicazione del teatro, da lui con reai magnificenza fabbricato in Parnaso, avendo invitati molti nobili signori romani, quelli ricusano di volervi intervenire.

Pompeo il magno con reai magnificenza avendo in Parnaso dato fine alla fabbrica del suo teatro, non punto inferiore al mirabilissimo ch’egli eresse in Roma, allora che volle dedicarlo, fece risoluzione di celebrarvi lo spettacolo de’ gladiatori. E tra’ molti prencipi che invitò a quella festa, furono alcuni moderni signori romani: i quali non solo si scusarono con Pompeo di non aver cuore di veder l’immanitá di quello spettacolo, ma liberamente li dissero eh’essi grandemente rimanevano scandalizzati, nonché maravigliati, che gli antichi progenitori loro non solo non avessero avuto in orrore quel fiero atto di veder gli uomini con tanta rabbia incrudelir insieme, ma che di cosi orrende barbarie avessero mostrato sentir dilettazione anco le donne; e che ardivano dire che somiglianti spettacoli svergognavano quelli che volentieri li rimiravano, e poca riputazione arrecavano a quelli che li facevano rappresentare. Si è risaputo che a questi prontamente rispose Pompeo, ch’egli sommamente sempre amata e ammirata averebbe la civiltá e l’umanitá de’ presenti Romani di abborrir lo spargimento del sangue umano, se essi tanta virtú non avessero macchiata con la vergognosa curiositá di star in compagnia della piú vii plebaccia a veder in Ponte impiccare, scannare e accoppar gli uomini dal boia.