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segnalata; e che per tal effetto all’ardire e alla curiositá degli uomini per lo passato aveva vietato lo scoprimento del Nuovo Mondo, da Sua divina Maestá riservato per contracambiare l’ardente zelo dell’onor di Dio, ch’egli scorgeva in que’ due famosissimi e potentissimi regi: i quali, nati per propagar tra le genti infedeli la sacrosanta religion cristiana, con somma pietá l’avevano poi fatta seminar tra quelle genti idolatre. E che, il vivente Iddio agli uomini avendo finalmente conceduta la licenza di poter far lo scoprimento del Nuovo Mondo, egli prima e gli altri poi famosissimi nocchieri, che ivi erano con esso lui, con ardir tanto felice avevano navigato il vasto oceano, che, dopo l’avere scoperte nuove ampissime province e ricchissimi regni, seguendo lo stesso corso che con tanti sudori faceva Sua Maestá, dal levante al ponente felicissimamente avevano circondato il mondo tutto: per le quali ben avventurate fatiche non solo la cosmografia, l’astronomia e le meteore, ma la medicina ancora e altre piú pregiate scienze avevano ricevuto incremento singolare. E che, oltre la curiositá d’una infinita diversitá di costumi e di nuovi riti ritrovati da essi in una incredibile moltitudine di popoli nuovamente scoperti, il vecchio mondo avevano anco arricchito di speciarie, di medicamenti prestantissimi per la vita umana e di ricchezze tali, che per l’Europa avevano fatti correr perpetui fiumi di oro, di argento e quantitá innumerabile di gemme preziose. E che in premio di tante fatiche solo chiedevano che al nome loro quella fama eterna fosse conceduta, per l’acquisto della quale francamente avevano intrapreso e felicemente recato a fine quel negocio, che agli uomini piú coraggiosi delle etadi passate era stato di tanto spavento. Con mirabil attenzione fu udito il parlar del Colombo; e da Sua Maestá incontinente fu decretato che eroi cosi famosi agli stessi argonauti fossero anteposti : e che la gloriosa nave « Vittoria », con la quale il Magaglianes primo di tutti aveva circondato il mondo, fosse posta tra le stelle fisse del cielo: e che il nome di uomini tanto celebri con indelebili caratteri nelle tavole della eternitá fosse intagliato nel fòro massimo. E mentre Nicolò Perenotto, gran cancellier delfico, stendeva il decreto per stipularlo poi, in mezzo la reai sala comparve