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RAGGUAGLIO LXXXVIII

Marc’Antonio Moreto instantemente chiede ad Apollo di poter nella pubblica cattedra delle scuole di Parnaso aver una orazione in lode della clemenza del gloriosissimo re di Francia Enrico quarto; e non l’ottiene.

Marc’Antonio Moreto, famoso letterato e grande orator francese, pochi giorni sono disse ad Apollo che, esattamente avendo egli esaminate le virtudi tutte de’ passati re di Francia, e paragonatele col valore e con la gloria del re Enrico quarto, trovava ch’egli alcuno non ne aveva, che meritamente gli si fosse potuto uguagliare nonché anteporre; e che, per infiammar i Francesi alla divozione e alla venerazione di tanto re, e per incitar i prencipi tutti di Europa alla virtú eroica, umilissimamente supplicava Sua Maestá farli grazia che in lode di re tanto glorioso nella pubblica cattedra del ginnasio rettorico avesse potuto orare. E perché il discorrere sopra le virtudi tutte che cumulatissimamente si trovavano in tanto re averebbe avuto bisogno del tempo di piú mesi, affinché la sua orazione non passasse l’uso ordinario di un’ora, solo voleva celebrare quella ammiranda virtú della clemenza, che tanto propria era del suo Enrico, che chiaramente si scorgeva che col perpetuo uso di lei tanto aveva superata ogni mansuetudine umana, che non poco pareva che si fosse avvicinato alla misericordia divina, poiché, agl’inimici suoi piú implacabili aveva saputo perdonare ingiurie tali, che nel cuore di qualsivoglia altro uomo, eccetto che da quello di un re francese, sarebbono state indelebili: virtú che tanto maggiormente pareva che in quel gran monarca risplendesse, quanto ne’ tanto corrotti tempi presenti il perdonar altrui le ingiurie, non azione eroica e grandemente virtuosa, ma viltá grande, sómma codardia di animo abietto veniva stimata. Lo stesso Moreto racconta ad ognuno che Apollo, contro quello ch’egli si averebbe mai creduto, per quella domanda grandemente si alterò; e che con notabil sdegno li disse che molto