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che, per ottener da lui un carico molto principale, fino si era umiliato ad alcuni piú vili soggetti di corte, ma però molto cari all’imperadore. Della qual vile azione tanto mostrò Catone di rimaner scandalizzato, che, gravemente riprendendo Salustio, li disse che col solo mezzo del merito da’ prencipi altri doveva cercar di ottener le dignitadi : e che agli uomini virtuosi quel carico riusciva vergognosissimo, che col favore di gente indegna si avevano procacciato: e che l’azione di aver lodato un pari di Tiberio, da tutti conosciuto viziosissimo, altrettanto biasimo gli aveva arrecato, quanta lode gli averebbe acquistato se, col riprenderlo, delle sue colpe l’avesse fatto accorgere. A questa correzione, senza punto alterarsi di animo, cosi rispose Salustio: — Non sempre, Caton mio, Tesser libero giova in questo mondo e altrui apporta la riputazione che credi; e cosi come sciocca cosa è seminar nella sterile arena, cosi ogni buon conseglio è gettato, quando egli vien dato a gente ostinata e dove altri non ha speranza di poter far frutto; mercé che « suadere principi quod oportcat, multi laboris, assentatio erga principem quemcumque sme affectu peragitur » d). Ma in questi casi fa bisogno accompagnar la bontá con la prudenza: e chi non ha ingegno da saper accommodar la vela de’ suoi interessi ad ogni favorevol vento che spiri, è sciocco se egli si pone a navigare il tempestoso mare delle corti ; nelle quali quegli ostinati, che l’ingegno loro non sanno accommodar al luogo, al tempo e alle persone, o vi affogano il primo viaggio che essi fanno, o tutto il tempo della vita loro, senza che giammai possano pigliare il porto de’ bramati loro desidèri, sono veduti corrervi pericolose borasche. E sappi, Catone, che da ognuno come grandemente sciocchi a dito sono mostrati quelli, i quali, avendo bisogno dell’opera altrui, solo per voler star ne’ puntigli del convenevole e negli scrupoli della riputazione, stroppiano la sostanza de’ negoci loro. E la somma saviezza di un perfetto cortigiano sta posta in aver l’ingegno risoluto da saper far una mescolanza di costumi di tutte le sorti, senza la qual arte impossibile è nelle

(i) Tacito, libro i delle Istorie [cap. 15].