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vergogna e infinito pericolo delle monarchie si sono sapute vendicar in libertá? Ché certo cosa vicino al miracolo è il vedere che la picciola Libertá, che cominciò a nascer tra gli Svizzeri, gente povera e agricoltori di una sterilissima terra, e la quale tanto fu disprezzata da voi, del morbo medesimo avesse poi potuto infettare le piú armigere nazioni di Alemagna; e, quello che maggiore fa lo stupor mio, chi mai averebbe saputo prevedere che esse republiche in tempo brevissimo appresso ogni potentato in tanta riputazione dovessero salire nella prudenza civile, in tanto credito nel mestier delle armi, che non solo supreme arbitre dovessero essere stimate della pace e della guerra di Europa, ma lo stesso grandissimo spavento de’ maggior prencipi del mondo? Le republiche di Alemagna, serenissimi prencipi, sono trombe che vi deono destare dal sonno, nel quale finora pur troppo supinamente avete dormito. Riconoscete i vostri mali, rimirate i vostri pericoli, i quali ad alta voce chieggono presto rimedio, poiché nelle republiche alemanne non solo vedete le aristocrazie fondate con leggi di tanta prudenza che di loro stesse promettono lunghissima vita, ma (quello che impossibile hanno stimato tutti) le stesse democrazie quiete e pacifiche. La republica romana, la quale, con una ambizione senza esempio, per suo ultimo fine si propose l’assoluto dominio dell’universo, per giungere a conseguir intento tanto immenso, perpetuamente fu forzata maneggiar le armi e darle in mano a’suoi cittadini; i quali col continovo comando degli eserciti e con lungo tempo governar province immense, la loro casa privata empirono di tesori veramente degni di re, ma molto sproporzionati ad un senatore di una ben ordinata republica: e con la soverchia autoritá, che dal senato con infelice e veramente mortai imprudenza fu data loro di donar, a chi meglio loro pareva, gl’intieri regni, tanto si gonfiarono del vento dell’ambizione, che nella nobiltá romana affatto si sconcertò quella uguaglianza di autoritá, che è l’anima delle patrie libere. Di modo che per somigliante disordine sorsero prima in Roma i Siili, i Marii e poi i fatali Pompei e Cesari, i quali dopo lunghe e sanguinolenti guerre civili uccisero cosi famosa Libertá. Questa tanto patente e aperta