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RAGGUAGLIO LXIV

Il prencipe di Macedonia avanti Apollo di tradimento accusa la nobiltá dell’Attica, la quale dal Conseglio reale di guerra di Sua Maestá da imputazione tanto vergognosa vien liberata.

Nel fine del mese di settembre il duca dell’Attica passò all’altra vita, e tra ’l prencipe di Macedonia e il signor dell’Epiro nacque differenza nella successione di quello Stato. Il prencipe di Macedonia, chiamato da’ popoli, pigliò il possesso dell’Attica: contro il quale con numeroso esercito si armò il signore dell’Epiro: il quale nella reai cittá dell’Attica assediò l’inimico suo, e, secondo l’uso dell’arte moderna della guerra, la cinse di trincere e di forti; e, affine di maggiormente indur i difensori ad arrendersi, con un altro fiorito esercito assaltò la Macedonia, dove fece progressi grandi, danni innumerabili. Il prencipe di Macedonia, che conosceva di non poter lungo tempo mantenersi nella cittá assediata e difender lo Stato suo patrimoniale, per assicurarsi di non rimaner spogliato dell’uno e dell’altro Stato, fece risoluzione di rendersi; e purché li fossero restituite le piazze che l’inimico gli aveva occupate nella Macedonia, si contentava di libero dargli il possesso dell’Attica tutta. Questa deliberazione come prima venne alla notizia della nobiltá della cittá assediata, i piú principali soggetti di lei si presentarono avanti il prencipe, e li dissero che, cosi come essi lui avevano chiamato per signor loro, cosi ancora non altro prencipe averebbono riconosciuto mai; e che, quando egli avesse voluto mostrar cuore, prontissimi fino all’effusione dell’ultima gotta di sangue gli avrebbe trovati per difendergli quello Stato. A queste proferte rispose il prencipe che troppo manifesto era il pericolo ch’egli correva di rimaner un fantaccin privato, e che per assicurar la sua fortuna egli era risolutissimo di consegnar l’Attica al signor dell’Epiro. Di nuovo allora instantemente supplicarono que’ nobili il signor loro a confidar ne’ petti de’ suoi sudditi, i quali non