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dunque volle che nel teatro comparissero i soci, i confederati, gli amici e tutta quella sorte di milizia, che i Romani chiamarono «soldati ausiliari ». E accioché la vista di cosi numerosi eserciti a’ suoi virtuosi desse soddisfazion maggiore, comandò che simil soldati con le armi medesime, con le stesse insegne e con tutti quegl’ istromenti bellici comparissero nel teatro, co’ quali negli eserciti romani avevano militato: e il tutto con numero tanto grande di fanteria e di cavalleria, con pompa tanto magnifica di insegne reali e di suoni di vari istromenti bellici, con tanta ricchezza di abiti e magnificenza di tutte le cose piú riguardevoli fu eseguito, che tutti quei che vi si trovarono presenti liberamente confessarono di giammai in Parnaso aver veduto altro spettacolo di maggior curiositá. E poiché questa milizia piú volte e dentro e fuori del teatro si fu raggirata, Apollo fece chiamare i capi di lei, a’ quali disse che per breve tempo si ritirassero agli alloggiamenti loro, e che in que’ termini stessi ritornassero nel teatro, ne’ quali con i Romani fornirono la mal venturata milizia loro. Poco tempo passò che que’ soldati medesimi, i quali con la pompa che si è detta erano comparsi nel teatro, nudi, con le mani legate dietro le spalle, spogliati dei loro beni, carichi di catene, colmi di ferite, dilaniati da’ carnefici, rubbati dall’avarizia dei rapacissimi consoli, proconsoli, procuratori degl’imperadori e dagli altri officiali dell’imperio romano, furono veduti ritornarvi. Onde i Romani, che nel primo spettacolo tanto si pavoneggiarono che Parnaso avesse veduta quella nobilissima milizia ausiliaria che a tanta immensitá aveva esaltato l’imperio loro, e che tanto godevano di udir dalle lingue di tutti i virtuosi esaggerata l’ottima politica loro di aver col sangue altrui saputo dilatar lo Stato proprio, per non udire i vitupèri e le ingiurie orrendissime, con le quali dalla moltitudine tutta de’ letterati, che intervennero a quello spettacolo, erano lacerati, furono forzati partirsi dal teatro e andare ad ascondersi. Percioché gli animi nobilissimi dei virtuosi, sommamente aborrendo la crudeltá e l’ingratitudine romana usata verso quelle nazioni che col sangue appresso loro tanto avevano meritato, liberamente chiedevano dove era la fede, dove la sacrosanta amicizia, dove