Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/219

della casa privata, precipitò in agonie peggiori, di modo che i signori confortatori grandemente sudavano per ridurlo ad usar nel punto di tanto pericolo quella virtú dell’animo ben composto, che gli uomini di gagliarda complessione sanno mostrar ne’ casi avversi, quando con allegria grande per libera elezione mostrano di far quello che da dura necessitá sono forzati eseguire. Ma quel prencipe, nel suo infortunio ognora piú disperandosi, cosi fattamente arrabbiava, che pubblicamente chiamava ognuno ingrato e sconoscente; e chiaramente si conosceva che piú gli tormentava l’animo e gli affliggeva il cuore la felicitá del nuovo prencipe, la grandezza de’ suoi nipoti, la prosperitá de’ suoi piú intimi servitorie cari amici, che la propria sua calamitá. Arrivato ch’egli fu alla casa paterna, non ebbe cuore di vederla: sempre con la coda dell’occhio fisamente riguardava dove era stato, non di dove si era prima partito. Onde i signori confortatori, per far l’ultimo sforzo di salvar la riputazione di quel prencipe posta in cosi evidente pericolo di perdersi, gli bendarono gli occhi; e percioché egli avea puntati i piedi alla soglia della porta della sua casa, i signori confortatori furono forzati trascinarvelo di peso. Né egli cosi tosto fu salito in sala, che (tanto il vino della dominazione, allora che altri di soverchio ne bee, altera i sensi umani!) si affacciò subito alla ringhiera del palazzo, di dove ad alta voce chiamava gli agenti e gli ambasciadori dei prencipi, co’ quali voleva negociar senza faccende: e mostrava di voler continovar a governar il mondo senza autoritá, e tutto si occupava in cose gravi senza aver negoci. Tutte azioni con le quali quel mal consegliato prencipe fece conoscer ad ognuno che la felicitá di trovarsi nelle grandezze con l’assoluta autoritá del comando spesse volte altrui fa parer saggi Salomoni quei che, tornando poi alla miseria della vita privata, spesse volte fanno conoscer al mondo di non aver cervello per un’oca.