Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/203

prencipe, che da lui altra risoluzione ricercava, non potette, come

conosceva convenirglisi, vendicar col pugnale; eche, quando il suo

debito verso Cesare non lo avesse mosso, come grandemente

muover lo doveva, a propalargli tanta macchinazione, certa cosa

era che piú di ogni altra forza spingerlo doveva la rabbia di %

vendicarsi della segnalata ingiuria che que’ prencipi gli fecero, quando mostrarono di aver un suo pari in concetto di uomo traditore e vanamente ambizioso. E che semplicitá grande sarebbe stata la sua, quando si fosse lasciato imbarcare dalle promesse di quei che per premio della sua fellonia l’accerta vano di volerlo far re di Napoli; perché agli uomini della Spagna, dal sangue de’ quali egli sua gloria riputava esser disceso, piú piacevano i piccioli marchesati di Pescara guadagnati con la fedeltá e con valorosamente maneggiar le armi in servigio del suo prencipe, che i regni di Napoli acquistati con le scelerate arti de’ tradimenti. Che Francesco d’Avalo non cosi era leggiero d’ingegno né cosi poco pratico delle cose del mondo, che benissimo non conoscesse che i prencipi collegati, che tanto affettavano la sua ribellione, piú miravano a disturbare a Cesare l’intiero acquisto del ducato di Milano che a far lui re di Napoli; e che cosi a lui come al mondo tutto, per tanti calamitosissimi esempi succeduti, pur troppo era noto che i prencipi grandi, dopo l’aver per vari fini loro ben imbarcato nelle speranze vane e aggirato nelle fellonie di certo pericolo un soggetto ambizioso, e dopo a voglia loro essersi ben di lui serviti, non solo perché « graviorum facino rum ministri quasi exprobrantes aspiciuntur » W , ma per dar esempio a’ sudditi loro di non commetter sceleratezze simili, come di uomini compitissimamente infami cosi fattamente abbandonano la protezione, che essi i primi erano a darli in poter del prencipe loro grandemente adirato: come, per lasciar gli esempi troppo odiosi de’ tempi moderni, nell’etá passata il mondo tutto vide fare a Carlo duca di Borgogna verso lo sfortunato e mal consegliato conte di San Paolo, infelicissimamente

(1) Tacito, libro xiv degli Annali [cap. 62].