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spogliato di alcune segnalate doti che dalla natura e dalla passata buona educazione aveva ricevute: che poi sotto colore di infedeli aveva operato che di corte fossero cacciati i vecchi ministri dello Stato, le giuste condoglienze de’ quali della rilassata vita del prencipe gli aveva rappresentate come sediziose maledicenze: e che gl’ importanti carichi loro aveva operato che fossero conferiti a gente senza conseglio, senza prudenza, senza caritá verso gl’interessi del suo prencipe, solo avendo in essi ricercata la confidenza e una stretta aderenza alle cose sue proprie; e che con questi tali di modo aveva accerchiato il suo signore, che piú non fu possibile che alla sua notizia da bocca di amico alcuno del pubblico bene fosse potuta giungere quella veritá, che cosi perpetuamente dee star unita al prencipe come l’ombra al corpo. Che poi, affine di assolutamente dominar egli lo Stato, talmente al suo prencipe aveva persuaso l’ozio, che, tutto avendolo immerso nelle delizie de’ giardini, negli spassi della villa, ne’ piaceri delle cacce, a tal termine l’aveva ridotto, che come cose odiosissime aborriva l’udir ragionar de’ negozi e degl’interessi del suo Stato; che di piú l’aveva indotto a credere che la scelerata sedizione di averlo fatto inimicare con lo stesso suo figliuolo e con gli altri prencipi del suo sangue, era zelo di un intenso amore verso lui, caritá grande verso il pubblico bene del suo popolo; e che di modo con gli artifici suoi l’aveva reso stolido e affatto balordo, che la manifesta tirannide d’un suo servidore, da’ piú sciocchi uomini dello Stato conosciuta e aborrita, il misero e sfortunato prencipe chiamava vigilanza di fedel servigio, alleggerimento delle sue fatiche, caritá verso le cose pubbliche, e l’ozio, l’infingardaggine e la negligenza sua, onorato riposo. Che oltre ciò, affinché il prencipe non mai si svegliasse da sonno cosi vergognoso, e aprendo gli occhi non venisse in cognizione della propria sua balordaggine e dell’altrui scelerata ambizione, la casa tutta gli aveva empiuta di adulatori, i quali con le infami persuasioni loro sommo valore gli predicavano la sua inezia, sviscerato amore fodio universale de’ popoli, lodi esaggerate i pubblici biasimi, ottimo governo la confusione, onorato servigio la tirannide d’uno scelerato, santa giustizia le estor