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nobiltá, in un giorno determinato pigliò le armi, e, fatto émpito contro il prencipe loro, con facilitá grande lo cacciarono di Stato; e giá sono due giorni che ’l duca d’Alva fuggendo si ricoverò in Parnaso, e subito fu a far riverenza a Sua Maestá, dalla quale non solo con pessimo occhio fu veduto, ma piú che molto si dolse con esso lui, che cosi malamente si fosse ingannato del concetto nel quale lo aveva. Il duca volle allora scusarsi e molte ragioni addurre in sua discolpa, quando Apollo gli comandò che tacesse; e appresso li disse che un suo pari pur doveva sapere che, per indurre un popolo nato libero a quietamente ricever tutta la servitú, somma imprudenza era, come aveva fatto egli, usar ne’ primi mesi le crudeltadi e le scoperte immanitadi contro i soggetti grandi dello Stato: le quali ponendo i popoli in aperta disperazione, ogni possibil strada tentavano per levarsi dal collo quel pesante giogo della servitú, che essi neppur erano usati di vedere nonché di sopportare; e che negozio tanto importante felicemente si recava al suo fine solo con la lunghezza del tempo, a poco a poco insensibilmente introducendo la servitú ne’ popoli e spogliandoli della libertá, si che essi né dell’uno né dell’altro si avvedessero. Disse allora il duca che dalla proscrizione di Augusto, con la quale in un sol giorno, spegnendo la piú coraggiosa nobiltá romana, affatto levò i capi al popolo, aveva imparato che i nuovi principati si fondavano col termine usato da lui: conseglio che anco aveva imparato dal magnoTacito, che liberamente diceva h): « Nihilausuramplebem, principibus dinotisi. A queste cose replicò Apollo che colui nelle sue risoluzioni bruttamente precipitava sempre, che con gli esempi delle cose passate regolava le presenti sue azioni: i medesimi requisiti e le stesse circostanze non avendo, che quelle che per sicura sua norma egli si era posto ad imitare; e ch’egli doveva considerare che nelle nuove signorie solo quel prencipe sicuramente poteva porre in atto pratico quel precetto tarquiniano di tagliar la cima ai papaveri troppo grandi, che tanto eccellentemente seppe porre in esecuzione il magno Augusto, che le circo ( 1 ) Tacito, libro i degli Annali [cap. 55 ].