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simo servidore; e cosa sopramodo portentosa gli parve che tal figliuolo, tal nipote di prencipe si trovasse, che, per giunger al termine di dominar il padre, di signoreggiar il zio, aveva mostrati spiriti pieni di ambizione, animo in estremo sitibondo di comandare, e che con misteriosissimi artifici aveva saputo giungere al fine de’ suoi desidèri, lo stesso poi potesse far la vergognosa metamorfosi di rinunziar la dominazione, con tanti magisteri acquistata sopra uno superior a lui, ad uno tanto a lui inferiore. Miracolo per certo grande, e del quale l’ingegno umano, come della occulta virtú della calamita, non sa render la vera cagione. Apollo, affinché dal castigo di quel tanto favorito cortigiano i prencipi cavassero util documento che dal commettere indignitá tali gli spaventasse, nella gran sala dell’udienza tre giorni sono fece assembrar i prencipi tutti residenti in questa corte; alla presenza de’ quali per maggior confusion loro con alta e intelligibil voce dal fiscal Bossio fece leggere il processo bruttissimo fabbricato contro quel scelerato: nel quale, allora ch’egli fu domandato quali artifici avea usati per giungere al fine di dominare il suo padrone, aveva riposto eh’ il primo giorno ch’egli entrò in corte, con esattissima diligenza tutto si pose ad osservar il genio del prencipe; il quale avendo scoperto grandemente inclinato alle libidini, che con bellissime e molto artificiose maniere di tal maniera si pose a lodargli vizio tanto indegno di colui che in sua cura ha il governo di uno Stato, come se le lascivie fossero state virtudi egregie, e che ogni sua industria usò per divenir ministro di esse: il che avendo conseguito, con ogni possibil diligenza attese a provederlo di ogni piú osceno istrumento da sfogar le libidini. Che poi sotto diversi pretesti, come viziosi e aperti nemici del prencipe, alcuni con vergogna, altri sotto spezie di onore, a poco a poco aveva operato che di corte fossero levati tutti quegli onorati servidori del prencipe, ch’egli conosceva ch’averebbono potuto richiamarlo al viver virtuoso, e che in luogo loro aveva sostituiti soggetti suoi confidenti, anch’essi immersi nelle carnalitadi e ne’ vizi di ogni piú brutta lascivia; con l’aiuto de’ quali disse che ogni suo studio aveva posto perché il suo signore affatto rimanesse