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per gelosie di Stato, cosi come alla nobiltá diede quel contento che dar suole la crudeltá di un prencipe nuovo esercitata contro quegli ambiziosi capi popolari che, con le sedizioni loro avendo abusata la libertá, bruttamentel’hanno precipitata nella tirannide, cosi di sommo spavento fu alla plebe; la quale, tuttoché contro il suo prencipe grandemente fosse infuriata, quando nondimeno si vide privata de’ suoi capi, né cuore né ingegno ebbe da muoversi, ma, come in somiglianti accidenti è suo costume, l’insolenza cangiò nella maraviglia, l’ardire nello spavento, l’operar con le mani azioni piene di risentimento nelle querimonie di parole, nel minacciar quella vendetta che da sé non aveva genio da saper eseguire. Il fine dunque de’ suoi rancori fu che avanti Apollo cosi gran richiami fece contro il prencipe, che Sua Maestá strettamente gli comandò che, per giustificarsi da quella imputazione, quanto prima comparisse in Parnaso. Obbedí il prencipe e, a Sua Maestá avendo rappresentata la qualitá degl’ingegni sediziosi di quei tali, chiaramente le mostrò che per assicurarsi nella signoria del suo nuovo principato era stato forzato servirsi dell’ordinario rimedio di levare i capi alla plebe sediziosa. Di che poco mostrò Apollo di rimaner soddisfatto, perché al prencipe disse che, sebbene la morte di que’ due sediziosi era necessaria, ch’egli nondimeno non poteva approvare il modo che si era tenuto; perché e la riputazion propria e gl’interessi loro di Stato gravemente offendevano que’ prencipi, che neil’importantissima risoluzione di levar la vita ad alcun lor vassallo non camminavano co’ piedi d’una regolata e bene ordinata giustizia; e che i prencipi strettamente erano obbligati far palese ad ognuno la vera cagione che gl’induceva ad incrudelir contro i loro sudditi; e che non solo per giustificazion del prencipe, ma per ispaventar gli altri dal mal operare, il castigo del delinquente necessariamente doveva esser pubblico. Esangue rimase il prencipe per quelle risolute parole di Apollo; e in sua difesa rispose che que’ due soggetti cosi ardentemente erano amati dal popolo, che, quando co’ termini ordinari di giustizia si fosse proceduto contro essi e il castigo, come conosceva voler ogni dovere, nella pubblica piazza fosse stato eseguito,