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CENTURIA SECONDA - RAGGUAGLIO XLI |
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nondimeno con vizio tanto scelerato quel credito che col viver
virtuoso apertamente si perdeva, a lor mal grado erano forzati
mantenersi in credito con l’ipocrisia. Il conseglio di Platone
dai signori censori talmente fu stimato buono, che da essi fu
subito abbracciato; di maniera tale, che con un nuovo editto,
che pubblicarono, acerbamente essendosi doluti che in questa
tanto depravata etá, per grandissima calamitá degli uomini buoni
e per infinita ventura de’ ribaldi, piú venendo censurate le parole
libere allegramente dette in pubblico da un uomo gioviale, che
qualsivoglia sceleratezza che gl’ipocriti moderni facevano in
secreto, Apollo, anco a suo mal grado, a tutti i galantuomini
dell’uno e l’altro sesso concedeva licenza di poter, senza incorso
di pena alcuna, servirsi dell’ottantesima parte di un grano di
ipocrisia fina.