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CENTURIA SECONDA - RAGGUAGLIO XXXVI 151

riportate amarissime pene, con graziose maniere fece sapere ad ognuno ch’ella in modo alcuno non intendeva di voler con violenza entrare in Parnaso, ma con la buona grazia di tutti e con soddisfazione in particolare di quegli illustrissimi e virtuosissimi prelati. E che se quei degni erano stimati della stanza di Parnaso, che altrui potevano dar eccellenti consegli, ottimi precetti di prudenza, che a lei con somma ingiustizia negavano l’abitare in quei luoghi venerandi. E che sebbene per termine di rigorosa giustizia ella conosceva doverlesi la stanza di Parnaso, che nondimeno per singolarissima grazia da quei maggiormente voleva riconoscerla, che piú gliela contrastavano. E che quei, che non amavano di vederla in Parnaso, in tanto nella mala opinione ch’avevano di lei erravano, che persona alcuna non si trovava in quei virtuosi luoghi, alla quale ella non avesse potuto dar que’ ricordi che né piú necessari né piú prudenti da qualsivoglia sapientissimo filosofo morale si potevano aspettare. E che ella non tanto per acquistar l’eternitá al,suo nome desiderava abitar trai virtuosi di Parnaso, quanto per giovare a molti, con perpetuamente andar per le strade ammonendo ognuno a modestamente vivere nel suo vicinato e a fuggir come la morte il bruttissimo vizio di dir « puttana» alla compagna, quando non si ha la coscienza netta: avvertenza che nelle corti non avendo avuta, molti garritori cortegiani audacemente con gli emoli loro avevano attaccate di quelle risse, nelle quali dalle coltellate, dalle calonnie bruttamente fregiata e disonorata avevano veduta la loro riputazione. E che gli officiali che andavano al governo delle province, non da altra piú dotta maestra meglio potevano impararel’importante e difficilissima filosofia di cavarda un governo danari eriputazione, che da lei, poiché alle sole Taidi esattamente era nota la gentil arte di pelar con tanta diligenza e destrezza la gaggia, ch’ella piú tosto cantasse che stridesse; nella qual pratica ella si dava il vanto di cosi esser singolare, che mille volte aveva veduto i suoi innamorati allora maggiormente arder delPamor di lei, che, spelati nel vivo e scorticati fino all’osso, nudi e crudi gli aveva mandati allo spedale, di dove ancora le avevano scritte lettere amorose. Che quegl’ingordi delle ricchezze, che per ogni