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lavorati con l’ago della sua penna. Giá era passato l’anno dopo le nozze, quando il Mauro notò che la sua sposa nella gamba destra usava di portar una legaccia molto pomposa, preziosasamente ricamata d’oro e tutta tempestata di gioie; e, percioché quella dell’altra gamba era di capicciola dozzinale, il Mauro, mosso non solo dalla novitá di quella cosa, ma gravemente scandalizzato per essersi piú volte avveduto che la sua moglie tanta ostentazione faceva di quella ligaccia, che per le strade, allora che in qualche segnalato drappello di virtuosi s’incontrava, piú di quello che comportava la pudicizia di onorata signora si alzava le vesti, alla sua moglie liberamente dimandò la solennitá di quella ligaccia e le disse se ella aveva simbolo alcuno. Al Mauro rispose Laura che il serenissimo re d’Inghilterra Odoardo sesto in premio della divozion sua verso lui le aveva donata quella ligaccia, la quale per cagion di onore ella portava ne’ giorni piú solenni; e che, come affezionata a quel gran re, aveva giurato di servirlo in tutte le sue occasioni e di mai sempre esserli serva divota e fedele. Per queste cose cosi bruttamente entrò il Mauro nelle furie, che, addosso la moglie avventatosi, cosi le disse: — Dunque, ribalda e scelerata, essendo tu moglie di un onorato poeta mio pari, sotto colore di onore, con la conoscenza di altr’uomo e con ricever doni da altri che dal tuo marito, hai avuto ardire di vituperarmi ; e io, cosi assassinato nella riputazione, non debbo risentirmi?—E questo detto, nulla valendo alla sfortunata e infelice Terracina il chieder mercede, il dir in sua difesa che il tutto si era fatto con espressissima protesta che ella non mai intendeva che né punto si fosse pregiudicato all’obbligo strettissimo della fedeltá matrimoniale, cacciò mano ad un verso proibito di sei sillabe che portava allato, col quale molte volte le passò la gola e l’uccise. Questo risentimento, da ognuno riputato bestiale, non solo alle signore tutte poetesse di questo Stato grandemente dispiacque, ma molestissimo fu a tutti i piú segnalati prencipi letterati di Parnaso; onde e quelli e queste in numero molto grande comparvero avanti Apollo, e con acerbissime parole accusarono il Mauro, che ivi era presente, che senza precedente legittima cagione, con sommo scorno