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RAGGUAGLIO XXXII

Socrate la mattina nel suo letto essendo stato ritrovato morto, Apollo esattissima diligenza usa per venire in cognizione della vera cagione di morte tanto repentina.

Questa mattina il gran Socrate, che ier sera si coricò sano, morto è stato ritrovato nel suo letto; e percioché il cadavero tutto era enfiato, piú che molto da ognuno si è sospettato di macchinazioni di veleni, e gravemente ne sono stati incolpati i peripatetici, atroci nemici della setta socratica: e tanto maggiormente. che si sa da ognuno l’arme vergognosissima de’ veleni molto esser familiare ad Aristotile, prencipe di cosi gran setta. La stessa mattina la famiglia tutta di Socrate fu carcerata; dalla quale altro non si potette cavare, eccetto che alcuni giorni prima Socrate fu veduto tutto travagliato, e che, mostrando di sentire intimi dolori d’animo, spesso gridava: — Oh mondo corrotto, oh secolo depravato, oh infelicissimo genere umano ! — Apollo, che straordinario dolore ha sentito della perdita di cosi gran filosofo, comandò che con ogni esquisita diligenza fosse aperto il cadavero e veduto se le viscere davano indizio alcuno di veleno; il che fatto, le interiora tutte furono ritrovate aperte. Onde chiaramente si conobbe che Socrate, per le cosacce infinite e grandemente scomposte che era stato forzato veder in questa tanto depravata etá, per aver pigliato soverchio vento di scandali, era stato forzato crepare. Nobilissime esequie sono state fatte a cosi grand’uomo; e Marco Tullio Cicerone, affezionatissimo della setta socratica, con una elaboratissima orazione in infinito avendo lodata la veritá della dottrina e la bontá de’ costumi di tanto filosofo, con molta abbondanza di lagrime pianse la dura calamitá de’ secoli presenti, ne’ quali, con severitá grande essendo proibito il poter satirizzare, i galantuomini, ogni ora vedendo cose meritevolissime di esser strombettate, erano forzati vedere, tacere e crepare.