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RAGGUAGLIO XXVII

Per giustissima cagione avendo Apollo del carico di suo tesorier generale privato Guglielmo Budeo, quello, ancor che molto vi contradicesse la Monarchia francese, conferisce a Diego Covarruvia, nobil letterato spagnuolo e decano del collegio de’ Savi grandi di questa corte.

Guglielmo Budeo, parigino, che, per esser peritissimo nella cognizion delle monete, con infinita sua riputazione per molti anni in questa corte ha esercitato il sublime carico di tesorier generale d’Apollo, lunedi mattina all’improvviso e con suo gravissimo scorno, non solo ne fu levato, ma di espresso ordine di Sua Maestá perpetuo bando li fu dato da Parnaso: affronto altrettanto piú vergognoso, quanto si dice che la cagione di tanto risentimento sia stata per lo rispetto gravissimo ch’egli sia macchiato di quelle eresie moderne, che, solo per far ribellare i sudditi da’ prencipi loro dagli uomini ambiziosi essendo state inventate, affatto sono indegne di esser seguitate da que’ soggetti, che, aperta professione facendo di lettere, al mondo tutto deono mostrare, non solo di conoscere, ma di avere in sommo orrore gli errori popolari degl’ignoranti, atti ad essere aggirati con le imposture delle impietadi. Dopo l’espulsione del Budeo corse subito voce per Parnaso ch’ai carico del tesorierato Sua Maestá aveva destinato Diego Covarruvia, sommo giureconsulto spagnuolo, uomo nel valore delle lettere cosi eccellente, come ammirando nella schiettezza de’ costumi e nella sinceritá d’una vita irreprensibile. La fama di questa risoluzione di Apollo, come prima si sparse per Parnaso, grave gelosia generò nell’animo della serenissima Monarchia di Francia, alla quale di suo beneficio non pareva che fosse che a magistrato tanto eminente, col quale ella ha molti interessi, fosse chiamato un personaggio spagnuolo: facendo tuttavia maggiore il sospetto e la gelosia di tanta reina l’ingegno austero del Covarruvia, tenace del giusto, inflessibile e che, sempre preponendo la riputazion propria e il buon servi