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CENTURIA SECONDA - RAGGUAGLIO XXVI 117

ma tra i piu riguardevoli furono Anna Memoransi, famosissimo baron francese, straordinariamente aiutato dal re di Francia Francesco primo, e don Ernando di Toledo, duca di Alva, sopramodo favorito dal re di Spagna Filippo secondo, non tanto per affezione ch’egli portasse a quel suo servidore, quanto per levarsi di casa un soggetto, che, non potendo sofferir di aver uguale, nonché superiore, a lui e alla sua corte tutta sopramodo era noioso. Apollo, nella concorrenza dei due soggetti tanto principali, risolutamente elesse il duca di Alva, ma con tanta displicenza del re Francesco, che appresso la Maestá di Apollo amaramente si dolse che ad un soggetto di esquisitissima bontá e ne’ governi di Stato di esattissimo giudicio, come era il Memoransi, egli avesse preposto un pari del duca di Alva, uomo nel rigore della giustizia inesorabile, nonché severo, come chiaramente ad ognuno egli si era mostrato nel suo governo di Fiandra. Al re Francesco rispose Apollo che per la sola straordinaria severitá che conosceva nel duca, la quale nella presente occasione degli Achei in lui serviva per eccellente virtú, l’aveva preposto a monsignor Memoransi, signore d’ingegno ameno e piacevole, e però grandemente inetto nel diffícilissimo mestiere di assuefare un popolo poliedro nato libero al duro basto della nuova servitú. E percioché il re Francesco non si quietava, anzi con qualche alterazion d’animo diceva che anco i suoi Francesi, quando l’occasione lo ricercava, sapevano esser crudeli, nonché severi, Apollo con impeto e disprezzo grande li disse che tacesse, e che molto maravigliato rimaneva che anco le pecore e gli agnelli pretendessero di saper fare il mestiere de’ lupi : quasi che i Gasparri Coligni, i monsignori della Nua e tant’altri mosconi, mosche e moscini, che la sua razza in quarant’anni non seppe mai trovar strada buona da levarsi dal naso, non fossero mai stati al mondo.